Già dalla metà di giugno Spoleto ha cominciato a riempirsi di turisti e gente che per un mese o per tutta l’estate viene a vivere qui. Piazza Duomo viene occupata da un gigantesco palcoscenico, il box office del Festival si rianima e l’ufficio turistico cittadino accoglie sempre più persone. Tutto questo, più o meno, accade da 47 anni a questa parte, per merito del maestro Giancarlo Menotti prima e di suo figlio Francis poi. È il ‘Festival dei Due Mondi’ l’evento più atteso dell’anno in città, che affonda le sue radici nel lontano 1958 quando Menotti padre scelse Spoleto per ospitare la kermesse musicale che voleva realizzare. E, da allora, ogni anno, la musica, e l’arte in genere, collegano due mondi: quello umbro della ridente cittadina patria di san Ponziano e quello americano di Charleston, dove dal 1977 si svolge la medesima manifestazione. Proprio domenica 4 luglio a Spoleto si è svolto un incontro tra il Sindaco della città e il presidente dell’edizione Usa del Festival, Eric Friberg, conclusosi con la donazione di una copia in marmo del Mascherone, la famosa fontana di piazza Campello, creata dal maestro Manuel Campus. Ma in città in questi giorni ci sono anche gli ambasciatori di Cina, Croazia, Malta, Marocco, Norvegia, Russia, Svezia, Grecia e Francia, a significare il carattere sempre più internazionale dell’evento menottiano. Dunque il Festival all’estero è ben conosciuto ed apprezzato, ma nella sua patria? C’è chi dice che la cosa che piace di più agli spoletini della manifestazione sono i fuochi d’artificio, ma è poi del tutto vero? Certo è che i prezzi spesso esorbitanti hanno provocato critiche e allontanato i cittadini dagli spettacoli, ma sembra che questo fenomeno sia in calo grazie alla diminuzione dei prezzi e agli sconti per i giovani e le famiglie. Per Pina Silvestri, consigliere comunale, il ‘Festival dei Due Mondi’ ‘ha rappresentato e continua a rappresentare tantissimo per la città. Questa manifestazione culturale ha infatti permesso di far conoscere Spoleto in tutto il mondo’. È insomma un ‘veicolo culturale di enorme importanza’. Ma ha anche il suo aspetto economico: i turisti in questo periodo non si contano, gli alberghi hanno il tutto esaurito e i negozi del centro hanno un boom di vendite. ‘Un evento così, – continua la Silvestri – insieme alle attività del Teatro lirico sperimentale, dovrebbe essere maggiormente aiutato e sfruttato dalla città’, ci vorrebbe forse, dunque, un maggior rapporto con le istituzioni, ma la strada che si sta seguendo negli ultimi anni sembra quella giusta.
Spoleto vive il Festival
Alberghi tutti esauriti nella città dei 'Due mondi'. Però il 'caro biglietti' allontana gli spoletini
AUTORE:
Sara Fratepietro