Contro la famiglia ogni tanto, a testa bassa, con la violenza di un toro Miura. Come delle ricorrenti, esplosioni di una specie di furore iconoclasta. Cieco. Violento. Sparano ad alzo zero.“Vietato vietare”, “Fate l’amore, non la guerra”: nel Sessantotto (nel suo sottoscala) per la prima volta venne messa sotto accusa su vasta scala e sbrigativamente liquidata l’etica sessuale che da secoli ispirava i comportamenti della gente nel nostro mondo occidentale. Dietro c’erano le tesi sulla necessità di una “rivoluzione sessuale” che il medico austriaco Wilhelm Reich, alunno di Freud, aveva formulato una trentina di anni prima. E nel mirino di Reich c’era soprattutto la famiglia, rea di soffocare quella libertà sessuale primitiva di molti popoli “non civilizzati”, la sessualità “naturale”, priva di timori, libera dal giogo della pudicizia. Parola d’ordine: sparare sulla famiglia. Ad alzo zero. Stavolta è la volta di Carlos Fuentes, “uno dei pochi intellettuali del Sudamerica capace occupare uno spazio pubblico”, parola di El Paìs. Il suo ultimo libro s’intitola Tutte le famiglie felici: è l’incipit del romanzo di Tolstoj Anna Karenina (“Tutte le famiglie felici si assomigliano tra loro; ogni famiglia infelice è infelice a suo modo”). Per questo signore la famiglia è “un contenitore tragico, destinato a rendere infelici gli individui mettendo allo scoperto le contraddizioni e le idiosincrasie dei suoi componenti”. Vi risparmio altri giudizi dirompenti. Ma c’è proprio bisogno di sparare ad alzo zero sulla famiglia, senza nemmeno chiedersi se quella che si denuncia sia una degenerazione o meno del progetto originale? Ce n’è bisogno oggi, quando gli orfani si moltiplicano ben al di là di coloro che i genitori li hanno fisicamente perduti? Non si potrebbe sparare – ma non con lo schioppetto del nonno, bensì con un bazooka Doc di ultima generazione – contro la banalizzazione dilagante in tema di sessualità? È soprattutto la tv, e soprattutto in temi come questo, che ci conferma nell’impressione che il nostro mondo, più che cattivo, sia tremendamente superficiale. La sessualità è legata alla vita, e qui è il tutto il crisma della sua serietà. Ricordo… tanti anni fa, quando anche da noi s’impose la necessità di un’educazione sessuale dei ragazzi a scuola, una ragazzina alla quale la sua prof aveva “spiegato” che non lei era stata affatto portata dalla cicogna, ma… “Vorrei tanto che mi avesse portato la cicogna” disse al giornalista che la intervistava. Sparare altrove, please! Raimondo Vianello e Sandra Mondaini pare quasi che debbano nascondere il totale degli anni del loro matrimonio. E con questa storia della vita privata dei massimi esponenti politici, che va semplicemente ignorata, come se ognuno di loro fosse il clone di se stesso, abbiamo fatto un altro passo verso l’abisso dell’insignificanza. Sparare altrove, please!
Sparare altrove, please
ABAT JOUR
AUTORE:
Angelo M. Fanucci