Solidarietà con il Kossovo

Don Sandro con i suoi parrochiani è impegnato in prima persona per aiutare i bambini della parrocchia gemellata di Ferjzai

E’ partito nei giorni scorsi, con il contributo dell’esercito italiano, l’ultimo carico del container che la parrocchia di S.Maria Regina destina alla parrocchia gemellata di Ferjzai in Kossovo con aiuti destinati anche a persone di altre zone. Le famiglie della parrocchia – ricorda don Sandro Sciaboletta parroco di S.Maria Regina – sono impegnate con le adozioni a distanza. Nell’ultima settimana di maggio – continua don Sandro – è previsto il prossimo viaggio al quale prenderanno parte un medico chirurgo e un pediatra, un’infermiera e altre persone che presteranno varia attività di volontariato. In quel periodo ci sarà grande festa per le prime comunioni a Ferjzai ed l’incontro della gioventù cattolica nel santuario di Letnica, dove madre Teresa ha scoperto la sua vocazione, a cui parteciperanno circa 10 mila giovani cattolici. Per quanto riguarda l’aiuto medico, in questi giorni sono giunti in Italia altri due bambini malati, che saranno presto curati da medici specializzati. Dopo i buoni risultati con i precedenti interventi – ricorda don Sandro – di quattro bambini che ora godono di buona salute, continuiamo con questo tipo di solidarietà. I due ultimi hanno già raggiunto l’ospedale pediatrico specializzato a Vicenza dove saranno operati. Altri quattro, nei prossimi mesi, saranno curati al Bambin Gesù di Roma, due a Verona nel reparto di chirurgia oculistica pediatrica, uno a Pisa e uno a Ferrara. Abbiamo instaurato contatti con i vari ospedali in Italia più idonei e specializzati nella cura di varie malattie, d’accordo con le regioni e istituzioni locali. I bambini in Kossovo vengono nell’ambulatorio della Caritas a Ferjzai per una prima diagnosi. I casi più gravi poi sono curati in Italia. E sono tanti- spiega don Sandro – anche se qui arrivano solo quelli più gravi. A Terni un gruppo di persone della parrocchia si occupa di loro, chi della parte burocratica, chi dei medicinali, chi a livello sanitario, chi dell’accoglienza. Per noi e per loro non c’è distinzione di religione, di etnia. L’unico titolo che alimenta la solidarietà è quello che nasce dalla malattia fisica e dalle loro necessità che spesso non consentono nemmeno una vita dignitosa.

AUTORE: Elisabetta Lomoro