Continua, giorno e notte, da oltre due settimane il picchetto di protesta degli operai della Faber di Osteria del Gatto di fronte al cancello chiuso dello stabilimento. Nonostante il freddo pungente dei giorni scorsi e, addirittura, una violenta bufera di neve nella notte fra il 24 e il 25, gli operai hanno sostato a permanenza davanti alla propria fabbrica. La tenda blu, con accanto una catasta di legna utilizzata per una piccola stufa, da cui s’innalza un palo con un’antenna televisiva, indicano bene l’intenzione dei 190 operai di non demordere e di proseguire ad oltranza la loro protesta. E col sostegno di molti. “Mi ha colpito la tantissima solidarietà dimostrata dalla popolazione del territorio” ha scritto Primo Bellucci, uno degli operai, in una lettera indirizzata ai mezzi d’informazione “sia con parole di conforto sia con vivande; si sono fatte collette a nostro sostegno, un gruppo di preghiera ci ha fatto visita!”. Fra quanti hanno inteso dare il loro sostegno alle giuste rivendicazioni degli operai, il vescovo di Assisi-Nocera Umbra e Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino. Una visita avvenuta lontano dai mezzi d’informazione e dai riflettori, nella mattinata di domenica 22. Mons. Sorrentino si è soffermato a parlare con gli operai, con le loro famiglie e con i loro figli, esprimendo loro tutta la vicinanza della Chiesa e della diocesi alla loro causa. Parole di coraggio, lontane dalla retorica, che gli operai hanno apprezzato. Ma la retorica è stata – in fondo – lontana in tutti le visite che gli operai hanno ricevuto (i sindaci, le istituzioni provinciali e regionali, i sindacati, i parlamentari…). E fra le visite, una delle più commoventi è stata quella degli operai dell’altro stabilimento Faber, quello di Sassoferrato, i quali hanno assicurato il loro totale sostegno ai loro colleghi, anche se il loro stabilimento rimarrà (per il momento) ancora aperto: scenderanno anche loro in sciopero contro la decisione della Franke, la multinazionale svizzera proprietaria della Faber. La quale dal canto suo ha rilanciato, con la proposta di riassumere 50-60 operai dello stabilimento di Fossato di Vico in quello di Sassoferrato. Proposta rigettata dalle organizzazioni sindacali, che insistono sul mantenimento delle attività produttive in entrambi i siti industriali, giudicando “ingiustificabile” la chiusura di uno di essi. “Non spegnete i riflettori su questa vicenda” chiedono gli operai a tutti gli organi d’infomazione: è una “vicenda, cruciale sia per le per persone coinvolte che per il tessuto economico della fascia appenninica, già gravemente compromesso”.
Solidarietà con gli operai
Faber: anche il Vescovo incontra i dimostranti
AUTORE:
Pierluigi Gioia