In piazza Duomo a Terni, nell’antico seminario vescovile di epoca tardo-secentesca da poco restaurato, si trova il complesso museale aperto al pubblico in questi giorni. Comprende, oltre alle sale museali, l’Archivio storico di Terni, che conserva materiale documentario risalente al Cinquecento e la biblioteca d’arte. Il museo occupa i locali del seminario vescovile, fatto erigere nel 1653 dal vescovo e cardinale Francesco Angelo Rapaccioli. Gli ambienti conservano le originarie coperture lignee del soffitto, stuccate e dipinte, di gusto settecentesco, e dipinti parietali raffiguranti capricci, scene sacre. Ne parliamo con il direttore dell’Ufficio per i beni culturali della diocesi, mons. Fabio Leonardis. Come nasce il progetto-Museo? ‘L’idea è scaturita dall’esigenza di raccogliere in un unico contenitore opere sacre provenienti da edifici di culto non più esistenti o decontestualizzate e di ospitare mostre temporanee e permanenti di artisti contemporanei, che da tempo collaborano con la diocesi’. Quali periodi storici sono rappresentati? ‘Il museo conserva reperti archeologici, provenienti dagli scavi della cattedrale, che documentano la storia della città e della cultura cristiana in epoca paleocristiana ed alto medioevale. Nelle sale espositive poste al secondo piano sono collocati, secondo un ordinamento cronologico e tematico, dipinti, sculture pale d’altare, oggetti liturgici che documentano la storia della committenza e la produzione artistica dal Rinascimento alla contemporaneità. Le opere provengono da luoghi di culto diocesani’. Il museo si compone di una raccolta contemporanea e di un fondo antico. Quale rapporto c’è tra i due? ‘Uno degli obiettivi primari dell’Ufficio per i beni culturali diocesano e del vescovo Paglia è stato sin dalla sua nascita quello del dialogo con importanti artisti viventi, tra i quali Borghi, Di Stasio, Rainaldi, Violetta, Portoghesi e tanti altri, autori di opere d’arte sacra destinate alle chiese del territorio. Tale rapporto di committenza si è incrementato e consolidato attraverso la programmazione di iniziative culturali e mostre che hanno ospitato artisti di fama internazionale i quali, visto l’impegno della diocesi, hanno donato al nascente museo alcune opere. Una sezione del museo ospita dipinti e sculture contemporanee, di artisti di fama internazionale, come Lodola, Borghi, Rainaldi, Di Stasio, Russo, Zefferino che mantengono rapporti di committenza con la diocesi; mostre temporanee ed eventi culturali sono ospitati nella sala convegni del museo. Si tratta di iniziative concepite in accordo con la politica del Comune di Terni, la cui vocazione è ormai da anni legata all’arte e all’architettura contemporanea ed è divenuto un centro di rilievo europeo per l’architettura archeo-industriale’. Quale è, in sintesi, la missione del museo? ‘Il luogo è stato pensato come laboratorio in cui si dialoga con l’arte sacra contemporanea, evidenziando le differenze di approccio e di risoluzione simbolica e pittorica di soggetti sacri commissionati agli artisti; le stesse opere d’arte, antica e moderna, dialogano con le documentazioni cartacee contenenti in sé l’eterna presenza del volere dei committenti. Si consente, inoltre, alle singole parrocchie di prestare temporaneamente le proprie opere al museo, stimolando così i visitatori a ricercare le sedi originarie delle opere’. Il museo ha in programma mostre ed iniziative? ‘Il 13 febbraio, in occasione delle iniziative valentiniane, sarà inaugurata una mostra di icone bizantine; nel mese di maggio è previsto un convegno sull’architettura contemporanea, in collaborazione con l’Università di Camerino e l’Ordine nazionale degli architetti’.
Sintesi artistica del territorio
Terni. È stato appena inaugurato il nuovo Museo diocesano e capitolare
AUTORE:
Francesca Porrazzini