Cinque giorni insieme hanno trasformato persone che non si conoscevano in una ‘comunità’. Non è esagerato dire che il pellegrinaggio ha creato amicizia, stima, simpatia, comprensione che va oltre le parole, che rende i ventisette pellegrini amici, anche se non dovessero rivedersi per molto tempo. Accade a coloro che condividono esperienze importanti, come testimoniano anche i giovani che sono andati a Toronto per la Giornata mondiale della gioventù (vedi articolo a pag. 5).Alla partenza per Lourdes, giovedì mattina alle sei, sono arrivati chi in gruppo (dalla parrocchia di Rivotorto con padre Mario e da Castel del Piano di Perugia) chi alla spicciolata e anche da lontano, come Anna e Gigliola di Terni. Saluti cordiali ed un po’ assonnati, poi la partenza e l’inizio della convivenza in ventisette su un autobus da cinquanta posti, pronti ad un viaggio che in un giorno e mezzo, dopo 1500 chilometri, ci avrebbe portati alla grotta delle apparizioni. Maria Teresa di Stefano, del Centro ecumenico di Perugia, aveva provveduto ai libretti per la recita delle Lodi e del Vespro, la preghiera della Chiesa che alcuni non conoscevano. Così il viaggio è stato ritmato dalla preghiera dei salmi e dalle letture brevi della Bibbia introdotti e commentati da don Elio Bromuri. Sono stati occasione di catechesi non programmata ma provvidenzialmente proposta. I libretti della Liturgia delle Ore sono rimasti nelle mani dei pellegrini, offerti dal Centro ecumenico, e restano un prezioso e sempre vivo ricordo dell’esperienza di preghiera vissuta a Lourdes. A creare comunione nel gruppo ha contribuito anche il momento delle testimonianze personali. Cosa spinge le persone ad affrontare un viaggio così lungo e faticoso? Alcuni, messa da parte la timidezza, hanno detto perché avevano deciso di partire. Testimonianze che sono state un aiuto reciproco di preparazione al pellegrinaggio. Donella a Lourdes torna ogni anno per ringraziare la Madonna e attingere di nuovo a questa fonte di Grazia; Veronica, diciassette anni, la ‘piccola’ del gruppo, andava per la prima volta, ed altri hanno aperto una spiraglio del proprio intimo vissuto che ha aiutato tutti a prepararsi all’incontro con questo luogo in cui Maria ha parlato ad una giovane Bernadette. La testimonianza si è ripetuta al ritorno, carica, questa volta, dell’esperienza di fede vissuta. Anche questo è stato un bel momento dove le testimonianze hanno mostrato come sia possibile vivere in modo tanto personale eppure tanto profondo e vero una stessa esperienza. Dei due giorni a Lourdes ciascuno custodirà ciò che ha vissuto nel proprio cuore. Il passaggio davanti alla grotta, la processione eucaristica conclusasi nella grande chiesa sotterranea, la processione “Aux flambeaux” con la recita del rosario, la mattinata di pioggia alla ricerca di un angolo di chiesa (poi trovata) in cui dire le lodi e celebrare la messa, la Via Crucis sulla collina accanto al Santuario, la messa internazionale della domenica mattina, sono stati i momenti comuni ai quali ciascuno ha aggiunto altro: il bagno nelle vasche, la preghiera nella cappella dell’adorazione, il rosario davanti alla grotta, la visita ai luoghi della vita di Bernadette, e la confessione personale, il momento che molti hanno testimoniato essere stato fonte di gioia e di pace. In questo pellegrinaggio ciascuno ha ricevuto dagli altri, anche con la semplice presenza e nel silenzio. E tutti sono tornati a casa contagiati dall “tenerezza” della Madonna. Molti sperano di tornare.
Si è creata tra noi una grande comunione
Un'esperienza spirituale che ha segnato in profondità ognuno di noi
AUTORE:
MariaRita Valli