“Io sono per un partito bello, una comunità di persone, non per un partito che fa riunioni che sembrano terapie di gruppo, sedute di amministratori anonimi che si guardano in faccia e si raccontano”. L’atmosfera del Pd, delineata recentemente da Matteo Renzi, sembra corrispondere in pieno alla situazione del Partito democratico in Umbria dopo il voto. L’analisi del risultato delle urne ha scatenato una capacità di autocritica che, se fosse stata alimentata prima, avrebbe forse evitato la perdita secca di consensi, nonostante l’elezione dello stesso numero di parlamentari umbri del 2008. In un’intervista rilasciata al Foglio di Giuliano Ferrara, la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, ha fatto trapelare la volontà di cambiare strategia e classe dirigente. Sono questi i passaggi più incisivi: “Se vogliamo dare un segnale di rinnovamento la prima cosa da fare è chiedere alla vecchia classe dirigente di non ignorare il senso politico del risultato delle urne, di cedere il passo e di smetterla di muovere i pedoni sulla scacchiera come se nulla fosse accaduto. Se si dovesse tornare alle urne non si può non tener conto dell’esito di questo voto, e Bersani dovrebbe prenderne atto”. E quindi apertura di credito verso Renzi, combattuto aspramente fino a poco tempo fa, che potrebbe diventare ancora più credibile se ricalibrasse “a sinistra la sua piattaforma politica”. Nel dibattito interno il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali ha posto l’accento sul fatto che “o facciamo un salto in avanti o dichiariamo esaurita l’esperienza del Pd. Ora deve scendere in campo chi ha fatto meno strada”. Per Boccali una base di discussione deve esserci su tre temi: “Qualità della democrazia, lavoro e diritti. Archiviamo la rottamazione e se c’è questo terreno di confronto il percorso può andare avanti ma senza cooptazioni: non è che adesso diciamo “togliti tu che mi ci metto io”. Ora servono umiltà e passione per prenderci carico delle responsabilità”. Il presidente del Consiglio provinciale e renziano, Giacomo Leonelli, “ha preso atto delle parole della Presidente. Per quanto mi riguarda la cosa più interessante che si palesa è la disponibilità al confronto sui temi del cambiamento in un ambito di unità del partito. Non so cosa possa essere cambiato nelle sensibilità della Presidente rispetto a tre mesi fa, ma ora sicuramente il dialogo con tutte quelle forze che vogliono rompere i conservatorismi è cosa buona. Spero che quello della Presidente sia un messaggio in tal senso. L’Umbria può essere un laboratorio”. Sarà così?
Si apre a Renzi?
Il Pd umbro fa un’analisi del risultato elettorale
AUTORE:
E. Q.