Domenica 24 maggio, ore 19.27: proprio a quest’ora mons. Domenico Cancian ha terminato l’antico rito dell’imposizione delle mani e ha ordinato diaconi sette uomini sposati che saranno a servizio della diocesi.
Salvatore Bartolucci, Lucio Crispoltoni, Giorgio Fiorucci, Ulderico Manoni, Giuseppe Meozzi, Urbano Salvi e Marco Zangarelli hanno ricevuto il ministero ordinato per svolgere il servizio della carità.
La cattedrale, addobbata con i colori della Pentecoste e gremita di persone giunte dalle sette parrocchie di provenienza dei neo-ordinati, ha fatto da cornice alla liturgia.
La presentazione è stata fatta da don Livio Tacchini che ha curato per sei anni la formazione dei candidati. La moglie di ognuno di loro – “consorte”, cioè compagna anche in questa scelta – ha descritto con poche parole le qualità “diaconali” del marito.
Poi li hanno aiutati a “rivestire” il sacramento del matrimonio con gli abiti del diacono. Hanno presentato uomini di preghiera, uomini che lavorano, uomini che stanno vivendo il servizio presso la Caritas, uomini che stanno a servizio dei bambini, uomini che stanno “dietro” piuttosto che “in prima fila”; queste le qualità dei sette diaconi. Sette, proprio come i primi diaconi istituiti dagli apostoli per il servizio delle mense.
I loro nomi sono stati invocati durante il canto delle litanie dei santi. Mons. Cancian ha ricordato l’evento impetuoso della Pentecoste e ha voluto commentarne i segni. Un “vento impetuoso” scuote la casa dove gli apostoli erano a porte chiuse. Erano statici e pigri, ma lo Spirito li ha scossi e messi tutti in movimento.
Lingue di fuoco si posano su ciascuno di loro. L’amore di Dio penetra e trasforma i loro cuori: tutti i presenti capiscono le loro parole, ma soprattutto tra di loro si dicono cose che contano davvero. Il Vescovo ha quindi esortato i nuovi diaconi a essere prima di tutto uomini di Dio, capaci di vivere secondo lo Spirito che ama, trasforma e rinnova continuamente il mondo e la Chiesa.
Il diacono ci ricorda che siamo tutti chiamati a servire, proprio come ha fatto Gesù. Il campo è sterminato: il Vangelo, i poveri, la Chiesa.
Li ha invitati inoltre a essere umili servitori della Chiesa dovunque essi saranno inviati. Infine ha raccomandato di essere servitori della comunione.
Lo splendore della liturgia è stato arricchito dai canti dei cori parrocchiali da dove provengono i nuovi diaconi: Cerbara, Lerchi, Madonna delle Grazie, Citerna, Santa Veronica “La Tina”, Promano, Trestina.