Circa trecento persone sono state ferme, in piedi, con un libro in mano, in piazza della Repubblica, sabato 29 marzo, davanti alla sede del Pd, a manifestare per difendere la libertà di opinione rispetto alla teoria del gender.
La protesta è stata promossa dal gruppo perugino delle “Sentinelle in piedi”, movimento che si è diffuso portando in molte città italiane la protesta silenziosa e pacifica con la quale esprimono la contrarietà all’approvazione del progetto di legge Scalfarotto con il quale all’“omofobia” verrebbe applicata la stessa legge (e relative pene) prevista per i reati di terrorismo e di razzismo.
Se dovesse passare questa legge, avvertono i promotori della manifestazione, non sarebbe più possibile neppure per un prete dire che l’omossessualità è un peccato, e un genitore che dovesse dire al proprio figlio e ai suoi piccoli amici, che da grande si innamorerà di una bella ragazza potrebbe essere accusato, anche lui, del reato di omofobia al quale verrebbe applicata la legge “Reale” varata per combattere il terrorismo, e dunque potrebbe essere condannato a scontare anni di carcere.
I gruppi delle “Sentinelle in piedi”, così come i gruppi della “Manif pour tous”, vogliono sensibilizzare l’opinione pubblica su questo problema e sulla connessa campagna sostenuta da potenti lobby per diffondere la teoria del “gender” nella cultura (non c’è più film o fiction in tv in cui siano presenti gay), nelle istituzioni (con la battaglia, per esempio, per eliminare i termini uomo e donna o madre e padre) e anche nelle scuole (da ultimo la vicenda dei libri dell’Unar).
Delle trecento persone nessuna ha risposto agli insulti e alle provocazioni urlati con megafono da un piccolo gruppo di attivisti Lgtb che hanno definito i dimostranti “un gruppo di clerico-fascisti reazionari” che “alimenta pregiudizi contro le persone omosessuali e transessuali”.
Nelle redazioni dei giornali sono giunti il comunicato dell’associazione “Omphalos-Arcigay” di Perugia, parte del ramo giovanile del Pd, e di un gruppo definitosi “Perugia rainbow”. Entrambi i comunicati grondano di violenza verbale contro le “Sentinelle in piedi” definendo, Perugia rainbow, la manifestazione e le sue ragioni un “attacco liberticida al diritto e ai desideri di quelli che vogliono decidere e autodeterminare i propri corpi”. Per l’Omphalos è stata “una manifestazione di stile fascista nei modi e nei contenuti” alla quale avrebbe partecipato “la destra fanatica e i movimenti religiosi integralisti, tutti uniti a favore del disprezzo e della discriminazione” verso le persone omosessuali. Reazioni fuori misura.