Olimpiadi rinviate al 2021
La notizia, ormai di pubblico dominio da una decina di giorni, è di quelle che lasciano il segno. Il rinvio dei Giochi olimpici al prossimo anno diventerà uno dei simboli (insieme al numero delle vittime) con cui ricorderemo l’impatto del coronavirus a livello globale. Lo spostamento di un’Olimpiade non era mai avvenuto in tempo di pace, anzi, addirittura nell’antica Grecia. Le guerre venivano sospese da una tregua proprio in concomitanza dei Giochi di Olimpia.
Insomma, Tokyo 2020 diventa Tokyo 2021 (cerimonia inaugurale il 23 luglio, chiusura l’8 agosto), con tutto quello che ne consegue a livello di sponsor, viaggi e biglietti. Per non parlare del ribaltamento nella vita degli atleti, che dovranno riprogrammare allenamenti e preparazione, oltre ad aspettare un anno in più per veder realizzato il sogno a cinque cerchi.
“Nonostante fosse una decisione pronosticabile, è comunque emotivamente molto pesante, perché il quadriennio di tanti atleti si basa tutto sull’olimpiade” racconta Andrea Santarelli, già argento nella spada a squadre ai giochi di Rio, e che in Giappone ad agosto avrebbe avuto nel mirino anche il torneo individuale. Dallo schermidore folignate, che vive e si allena a Milano (“esco solo per fare la spesa, ed è giusto che sia così” precisa), nessuna voglia di fare polemica: “È un duro colpo, ma accogliamo la decisione e ricominciamo a lavorare per il prossimo anno”.
Un anno pre-olimpico
Ma come si prepara un’Olimpiade stando a casa? “Fino alla notizia del rinvio mi allenavo a casa con i pesi, ora ho un po’ allentato perché diventa importante risparmiare energie ed arrivare freschi: questo è diventato di colpo un anno pre-olimpico, è come dover ricominciare una maratona da zero”. Senza considerare la tensione che si accumula: “Per questo si parla di calma olimpica: una gara secca, soprattutto ogni quattro anni, può capitare che vada male.
A maggior ragione spesso non vince quello più allenato, ma quello più pronto anche dal punto di vista della consapevolezza”. Per ora dunque, ovviamente d’accordo con il maestro, si può allentare un po’ la presa: “In questi giorni faccio esercizi leggeri: corpo libero, yoga, stretching, addominali. Cerco di mantenere un tono fisico adeguato ma senza sprecare energie, il tutto unito ad un regime alimentare adatto”. Prima o poi però, bisognerà tornare in palestra, compatibilmente con i decreti governativi: “Il ct voleva ricominciare da metà aprile, bisognerà vedere se lo Stato ce lo permetterà” conclude Santarelli.
UMBRI CON VISTA TOKYO
Diana Bacosi, nata a Città della Pieve il 13 luglio 1983. Tiratrice a volo, è campionessa olimpica in carica nello skeet. Oltre al trionfo di Rio 2016, può vantare due ori mondiali e quattro europei.
Agnese Duranti, nata a Spoleto il 18 dicembre 2000. Entra nel giro della nazionale di ginnastica ritmica all’età di 14 anni. Tra gare individuali e a squadre, ha già vinto due titoli mondiali (con un argento e due bronzi) e un europeo.
Alessio Foconi, nato a Roma il 22 novembre 1989. Umbro d’adozione (fa parte del Circolo scherma Terni), è stato campione del mondo di fioretto individuale nel 2018, e a squadre nel 2017 e 2019. Attualmente è campione europeo in carica.
Fiammetta Rossi, nata a Foligno il 2 giugno 1995. Giovane promessa del tiro a volo, è stata protagonista delle Universiadi di Napoli della scorsa estate conquistando un argento e un oro nella specialità trap.
Andrea Santarelli, nato a Foligno il 3 giugno 1993. Argento a Rio nella spada a squadre, è vicecampione europeo in carica. Per lui anche un bronzo individuale al mondiale di Budapest 2019.
Ivan Zaytsev, nato a Spoleto il 2 ottobre 1988. È capitano della nazionale di volley, con cui ha vinto l’argento a Rio 2016 e il bronzo a Londra 2012. Da segnalare anche lo scudetto del 2018 con la maglia della Sir, il primo tricolore della società perugina.
Ce l’aspettavamo, è la decisione più giusta per salvaguardare la salute di tutti
Per tutti, atleti, allenatori e istituzioni, prevale il buonsenso: “Ce l’aspettavamo, è la decisione più giusta per salvaguardare la salute di tutti”. Dicono in coro gli olimpionici umbri, insieme al presidente del Coni regionale Domenico Ignozza. Il numero 1 dello sport umbro è sicuro: “È una scelta di buonsenso, anzi, sarebbe stato più pericoloso proseguire e magari condizionare la partecipazione di alcuni atleti. E poi un anno in più non è necessariamente un aspetto negativo, dato che i pass olimpici già assegnati non saranno ritirati. Chi si è già qualificato può sfruttare questo periodo per prepararsi ancora meglio”.
Anche perché la spedizione umbra, o meglio, il gruppo di atleti che ad oggi avrebbero partecipato a Tokyo 2020, non sembra avere problemi di età. Nel tiro a volo la 36enne Diana Bacosi avrà la possibilità di difendere l’oro conquistato a Rio de Janeiro, così come 12 mesi in più non dovrebbero penalizzare l’altro schermidore Alessio Foconi, 30 anni (Santarelli ne ha 27). E nonostante la finestra utile per la carriera di una ginnasta sia inferiore, Agnese Duranti non ha ancora compiuto 20 anni. Dunque potrà tentare l’assalto alla medaglia più pregiata insieme alle altre farfalle azzurre. E magari un anno in più potrebbe sancire la consacrazione di un’altra tiratrice, la folignate Fiammetta Rossi, ancora a caccia del pass.
Volley
Discorso un po’ diverso per il volley, dove l’Umbria “esporta” il capitano della nazionale, lo spoletino doc Ivan Zaytsev: qui le incognite non sono tanto sulla tenuta fisica (lo Zar è un classe ’88 e nella pallavolo sono molti gli esempi di giocatori decisivi fino alla soglia dei 40 anni), quanto piuttosto sull’intasamento dei calendari internazionali. C’è un campionato europeo già in programma, c’è una Nations League al momento rinviata ma non cancellata. Ci sono soprattutto i campionati nazionali e le coppe da portare a termine quest’anno ed eventualmente ridefinire per il prossimo. Certo, è impossibile pensare che al momento della stesura dei nuovi calendari verranno penalizzate le Olimpiadi. Al momento il quadro è questo e starà alla Fivb (il governo internazionale del volley) sciogliere tutti i nodi.
Ad ogni modo, a prescindere da chi ci sarà o meno, noi non vediamo l’ora di tornare ad emozionarci davanti al messaggio di unità e fratellanza tra i popoli sotto la fiaccola olimpica.
Francesco Mariucci