Venerdì 8 dicembre, alle ore 11.30 presso la sala etrusca del Palazzo dei congressi di Orvieto, sono stati presentati i risultati della prima campagna di scavo archeologico in località Campo della Fiera di Orvieto, condotta dal Dipartimento di scienze archeologiche e storiche dell’antichità dell’Università degli studi di Macerata e diretta dalla prof.ssa Simonetta Stopponi. Il detto scavo, che ha avuto luogo nei mesi di agosto e settembre 2000, ha visto la partecipazione di 26 studenti di quella Università e di altre ed ha portato in luce una serie di interessanti scoperte, legate per lo più all’obiettivo propostosi di trovare indizi chiari e sicuri sulla presunta esistenza del “Fanum Voltumnae”, che, secondo le fonti antiche, era il più importante santuario degli Etruschi e doveva trovarsi se non proprio dentro almeno nelle vicinanze della “Volsinii Veteres”. Non v’è chi non veda, quindi, che il suo eventuale rinvenimento sarebbe di capitale importanza, perché porterebbe alla soluzione e definizione di non pochi problemi in campo etruscologico che tra gli studiosi ancor si dibattono, anche se nell’aria ormai c’è più che un’opinione che questa vecchia città o almeno i suoi immediati dintorni ne nascondano i resti o le tracce. Attesa di novità, comunque, c’è e non poca nella sfera dello studio e dell’ attività archeologica. All’incontro di venerdì 8 dicembre la scaletta degli interventi è stata percorsa per intero, come previsto, davanti ad una nutrita rappresentanza di cultori e ascoltatori: ha aperto il sindaco, Stefano Cimicchi, – con “Lo scavo di Campo della Fiera nel parco archeologico ed ambientale di Orvieto”; subito dopo il prof. Gianfranco Maddoli, assessore regionale alla Cultura, ha affrontato l’argomento “Il Fanum Voltumnae: una nuova acquisizione alla Storia e ai Beni culturali dell’Umbria”; “la presentazione dei risultati della prima campagna di scavo” ovviamente è stata trattata ed illustrata anche con l’ausilio di diapositive sulle strutture rinvenute ed i reperti più significativi dalla direttrice ricercatrice prof.ssa Simonetta Stopponi, – coadiuvata egregiamente nei lavori dall’archeologo orvietano Claudio Bizzarri – la quale ha espressamente detto: “Quello che abbiamo trovato finora, durante uno scavo appena iniziato ci induce a credere che qualcosa di importante in quella zona esistesse”. Del Fanum non se ne parla ancora; ma è stato ritrovato un muro in pietra, innalzato a secco, di dimensioni tali da far pensare alle fondamenta di un edificio. E intorno frammenti di antefissa (figure ornative di ambienti sacri) e di un Nimbo (parte decorativa di antefissa) e conci di tufo tali facilmente riconducibili alle proporzioni di un tempio o cosa del genere. E soprattutto resti di una strada, di cui è il prof. Paolo Bruschetti, direttore archeologo della Soprintendenza archeologica per l’Umbria, a portare avanti lo scoprimento; questi in chiusura ne ha parlato, ragguagliando il pubblico su “le attività della Soprintendenza archeologica ad Orvieto”. Finalmente “dulcis in fundo”, Enrico Borghi, il responsabile del Monte dei Paschi di Siena, che insieme alla Ducato Gestioni, sono stati i provvidi “patrons” e finanziatori dei lavori fatti, distinguendosi per altissimo merito di fronte alla città tutta, ha annunciato l’attesissima e provvidenziale notizia che il contributo già offerto verrà confermato e rinnovato per il nuovo anno e che quindi quanto intrapreso potrà essere proseguito con buona pace di tutti e la più ampia soddisfazione di chi vi opera. L’incontro non poteva chiudersi meglio, sia per la forma che per la sostanza.
Secondo le fonti qui sorgeva il santuario del Fanum Voltumnae
Orvieto / Campo della Fiera: i risultati degli scavi archeologici dell'Università di Macerata
AUTORE:
Marcello Pettinelli