Se questa è ‘burocrazia’!

Volontariato. La situazione paradossale del Cesvol, che non riesce a erogare i fondi a disposizione. Pesano alcune incomprensioni...

Il presidente del Centro servizi al volontariato (Cesvol) di Perugia, Luigi Lanna, sottolinea un problema. E lo fa, alla sala della Partecipazione della Provincia di Perugia, in occasione dei festeggiamenti per i dieci anni del Cesvol in Umbria. Non riesce ad erogare oltre un milione e 180 mila euro alle ‘sue’ associazioni di volontariato. I soldi sono quelli del primo bando per la nuova progettualità sociale. Tali finanziamenti arrivano dal Fondo speciale che la legge quadro sul volontariato 266/91 ricava dagli utili delle Fondazioni bancarie. In sei mesi sono stati rendicontati, da parte dei volontari, più o meno 200 mila euro. Perché? ‘Il Cesvol – afferma lo stesso presidente Lanna – deve spingere le associazioni di volontariato ad utilizzare propriamente le tecniche di bilancio, a valorizzare la trasparenza amministrativa. Per noi del Cesvol – continua – ogni spesa, anche la più piccola, deve essere documentata: i nostri finanziamenti passano attraverso le banche’. Il Cesvol, come aggiunge lo stesso Lanna, è una ‘istituzione’ che offre saperi al volontariato. Rappresenta tanti obiettivi, diverse culture e anche interessi. Però sembra che le associazioni di volontariato abbiano ancora difficoltà a rapportarsi con esso. Ma il Cesvol (nove centri in tutta l’Umbria) offre loro importanti servizi: dalla segreteria, all’assistenza legale ed amministrativa, alla formazione, alla comunicazione fino alla raccolta fondi presso i privati. Una delle ‘accuse’ più frequenti mosse al Cesvol è quella di essere una macchina burocratica, poco intellegibile per quei volontari che, nei ritagli di tempo, si preoccupano più di risolvere i problemi del disabile, dell’anziano o dell’immigrato che di organizzare ‘scartoffie’ da presentare a qualcuno. ‘Se burocrazia significa fare le cose secondo la legge e con la massima trasparenza, allora il Cesvol è un organismo burocratico’ afferma il direttore del Cesvol Perugia, una delle colonne dell”associazione delle associazioni’, Salvatore Fabrizio. ‘Abbiamo – aggiunge – il dovere morale prima e poi l’obbligo di rendicontare, a chi ci dà i soldi, fino all’ultimo centesimo. E dimostrare per quali progetti di utilità sociale, proposti dalle associazioni di volontariato umbre, li impieghiamo’. Don Angelo Fanucci, che del Cesvol è stato un padre fondatori, dice: ‘Va sempre ricordato che il volontariato in Umbria non poteva, né può, andare avanti con la pura gratuità. Il Cesvol, con i suoi servizi, esalta la valenza culturale del volontariato e del privato sociale nella nostra regione’.

AUTORE: Paolo Giovannelli