Nella nostra regione, le scuole dell’infanzia non statali che aderiscono alla Federazione italiana scuole materne (Fism) rappresentano un’offerta formativa in grado di rispondere alle esigenze di famiglie che liberamente scelgono di iscrivere i loro figli in una scuola che più risponde alle loro attese.
Una scuola dove si rispetta la laicità, pur offrendo un progetto educativo che promuove la persona nella sua integralità e radicato nei valori cristiani. Molte di queste scuole vantano una presenza pluridecennale, all’interno della quale hanno saputo coniugare fedeltà all’identità originale e novità.
“In Umbria le scuole aderenti alla Fism sono gestite per lo più da congregazioni religiose – spiega Stefano Quadraroli, presidente provinciale Fism e consigliere del direttivo nella Fism nazionale – poi ci sono le scuole parrocchiali e da qualche anno anche quelle gestite da cooperative sociali, costituite da laici in collaborazione con le suore, nate per venire incontro alle crescenti difficoltà organizzative incontrate dai vari ordini religiosi. Sotto il profilo quantitativo – prosegue Quadraroli – si tratta di una proposta educativa che va ad integrare quella della scuola pubblica ed in alcune realtà locali, specie nei piccoli paesi, è l’unico servizio offerto alle famiglie; in altre realtà si integra con la scuola pubblica. Questo consente ai Comuni di avere un servizio integrato senza costi per le istituzioni. Sotto il profilo qualitativo, invece, la scuola non statale rappresenta una reale possibilità di scelta per le famiglie che vi trovano una proposta educativa e formativa più in sintonia con la propria idea di scuola. Siamo convinti, infatti, che la responsabilità educativa ultima dei nostri giovani sia delle famiglie: la scuola collabora e si propone come soggetto che sostiene ed integra questo compito”.
Resta, purtroppo, incerta la situazione economico-finanziaria delle scuole non statali, a seguito anche della crescente difficoltà di usufruire delle legittime, ma purtroppo limitate, forme di sostegno economico di cui le scuole hanno assolutamente bisogno per continuare a svolgere la loro funzione educativa senza chiedere oneri aggiuntivi alle famiglie. “Non ci sarà mai una reale parità – sostiene Quadraroli – senza parità economica. Questo, tuttavia, non potrà mai sostituire la nostra responsabilità, come gestori, a promuovere la scuola per convincere le famiglie di un’offerta formativa peculiare, e non potrà, altresì, sottrarre la responsabilità delle famiglie nello sceglierci. Anche il Papa nei suoi vari discorsi – ricorda – ha posto l’attenzione sull’emergenza educativa, sul compito dell’educazione e sull’importanza di mandare i propri figli in scuole con dei valori precisi. Come Fism – prosegue – in un recente incontro di presentazione alla Ceu, abbiamo avuto pieno appoggio anche da parte dei Vescovi, che si sono impegnati a sostenerci nell’opera di sensibilizzazione, anche presso le parrocchie, sottoscrivendo pienamente la nostra preoccupazione per gli esili finanziamenti e per le difficoltà di gestione. Per aprile prossimo stiamo preparando un convegno regionale aperto a tutti sulla parità scolastica, a cui verranno invitati esperti e rappresentanti di tutte le istituzioni civili e religiose”.
Il 12 febbraio si chiudono le iscrizioni per le scuole di ogni ordine e grado: è tempo di fare delle scelte. Chi vuole iscrivere i propri figli ad una scuola paritaria non sarà però obbligato a farlo entro tale data, anche in relazione all’autonomia di ogni scuola. “Il termine ultimo è abbastanza flessibile per noi – spiega Giuliana Latini Cardinali, consigliere provinciale Fism, nonché insegnante nella scuola materna “M.Viganò” di Perugia. – Abbiamo avuto inserimenti anche nel corso dell’anno, in concomitanza al compimento dell’età giusta per iscriversi. La nostra è una offerta formativa identica a quella delle scuole statali; in più, cerchiamo di dare maggiore attenzione al bambino come alle famiglie. Tutte le nostre attività sono poi impregnate dalla educazione alla fede, soprattutto in occasione delle principali festività religiose, ma anche laiche come la Festa del papà”.