Sabato 10 novembre riprende, in questo nuovo anno pastorale, la Scuola della Parola promossa dall’Azione cattolica diocesana. Si tratta di incontri mensili che, anche dopo molti anni, rimangono un punto fermo per molte persone, sia giovani che adulti, nonostante siano cambiate le generazioni e, nel tempo, le modalità organizzative. Per conoscere la storia e l’importanza di questa apprezzata scuola, abbiamo allora incontrato l’architetto Mauro Stella, presidente diocesano di Ac, al quale abbiamo rivolto alcune domande.
Quando ha avuto inizio nella nostra diocesi l’esperienza della Scuola della Parola?
“Citando a memoria, direi agli inizi degli anni Novanta. Inizialmente l’intenzione era quella di mettere in piedi una scuola associativa dell’Ac diocesana, che da poco si era riorganizzata e che, anche grazie a questo appuntamento mensile, riprese forma e contenuti. L’intento esplicito era di fornire agli aderenti uno strumento ulteriore di formazione, qualificato e ben strutturato, a cadenza regolare, diocesano ed unitario, un aiuto concreto per avvicinare le Scritture attraverso il metodo della lectio divina, sulla scia dell’esperienza del card. Martini a Milano. In effetti, gli appuntamenti ebbero fin da subito una doppia valenza. La parte pomeridiana fu una vera e propria Scuola della Parola, guidata nei primi anni da padre Domenico Cancian, attuale vescovo di Città di Castello, alla quale faceva seguito un tempo dedicato all’adorazione eucaristica. La parte serale servì invece, nel primo periodo, proprio a ridefinire i caratteri dell’Ac diocesana, analizzandone ed approfondendone i contenuti, le dinamiche e le metodologie. In pochi anni ci si rese conto che tale appuntamento era diventato un’occasione importante per larga parte della comunità diocesana, ben oltre i ‘confini’ dell’Ac. Proprio per questo la Scuola della Parola fu volentieri ‘messa a disposizione’ della pastorale diocesana, trasformandosi da strumento più strettamente associativo a strumento privilegiato di pastorale, ripensando evidentemente la seconda parte, che fu dedicata a testimonianze di fede o catechesi tematiche, con interventi di ospiti qualificati”.
Quali scopi si intendono perseguire con questa iniziativa?
“Fondamentalmente, lo scopo iniziale non è mai cambiato: si tratta comunque di uno strumento educativo, di formazione e maturazione, per i fedeli laici ma non solo, dedicato alla Parola e, insieme, all’approfondimento dei temi più ‘sensibili’, nel tentativo, sempre arduo, di tenere insieme coerentemente vita e fede. Naturalmente, soprattutto all’inizio, l’appuntamento fu anche utile per superare alcune ‘distanze’ che si trascinavano dopo l’unificazione delle due diocesi di Orvieto e di Todi, avvenuta nel 1986”.
Chi sono le persone che vi partecipano?
“Giovani e adulti insieme, con una accentuazione di presenze da un lato o dall’altro, a seconda dei periodi ‘storici’. In certi momenti la presenza giovanile è stata così rilevante, di sabato sera – è bene non dimenticarlo – da destare persino stupore e meraviglia… Oggi coinvolgere i giovani sembra sempre più difficile: in tal senso pensiamo sia necessario riproporre l’idea con più convinzione e più fiducia nei nostri mezzi”.
Tra gli organizzatori e gli ospiti che hanno contribuito al successo di questa iniziativa, chi vuole ricordare?
“In tutti questi anni, gli ospiti che ci hanno onorato con la loro presenza e la loro testimonianza sono stati qualche centinaio. Molti sarebbero da ricordare e temo, in ogni caso, di far torto a qualcuno. Mi limiterò quindi a citare pochi nomi di spicco, come mons. Vincenzo Paglia, che da poco era stato nominato vescovo di Terni – Narni – Amelia, la scrittrice Susanna Tamaro, i giornalisti Fabio Zavattaro e Luigi Accattoli, i presidenti nazionali dell’Ac Luigi Alici e Franco Miano, il sociologo Luca Diotallevi, oggi vice presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali dei cattolici italiani, che ci ha confermato la propria disponibilità anche per quest’anno. Inoltre, vorrei ricordare la presenza di alcuni rappresentanti delle “Chiese martiri nel mondo” e delle minoranze cattoliche nei Paesi islamici. Fra gli organizzatori, non si possono non citare don Marcello Cruciani e don Francesco Valentini, primi assistenti della rinata Ac diocesana, grazie ai cui sforzi e alla cui determinazione tutto prese avvio, e le Presidenze diocesane di Ac che da allora si sono succedute, guidate dai presidenti Marcello Rinaldi, Stefania Pagliaccia, Guido Morichetti”.
Scuola della parola
Come funziona
Gli incontri della Scuola della Parola, anche quest’anno, si svolgeranno di sabato presso la Casa diocesana di Spagliagrano di Todi, con inizio alle ore 18 fino alle ore 22.30 circa. Nella prima parte sono previsti la lectio divina, che nel primo incontro di sabato 10 novembre sarà tenuta da mons. Benedetto Tuzia, e un confronto comunitario sulla Parola. Seguirà la cena al sacco (come sempre verrà offerto un primo piatto caldo), altro momento importante e gioioso di vita fraterna. Nella seconda parte, dopo cena, saranno in genere proposti due cammini distinti, uno per i giovani e uno per gli adulti. Sabato 10 sarà offerta una testimonianza. Le successive date degli incontri sono fissate per il 15 dicembre, il 19 gennaio 2013, il 16 febbraio, il 16 marzo e il 13 aprile.