Scarso entusiasmo e interesse ridotto, al di là degli addetti ai lavori. È questa l’impressione di questa campagna elettorale che porterà al voto il 6 e il 7 giugno oltre 700 mila elettori umbri per il rinnovo dei Consigli comunali, dei Consigli provinciali di Perugia e Terni, oltre che del Parlamento europeo. L’impressione è che ci sia tanta stanchezza, e non solo per il caldo. La campagna elettorale si snoda seconda la tradizione del nuovo millennio: tavole rotonde, faccia a faccia, forum. Non mancano gli storici ‘santini’, cioè i biglietti da visita con foto che si distribuiscono alle persone, più o meno amiche, ipotizzando un fruttuoso passaparola. Le riunioni si susseguono, ma la partecipazione popolare non pare esaltante. Per rafforzare l’immagine dei candidati, specie nei centri più grandi, ritenuti strategici delle segreterie nazionali, arrivano ministri o sottosegretari (per il centrodestra) ma anche esponenti di spicco nazionali (per il centrosinistra). In più di un’occasione il candidato a sindaco viene presentato al ‘papavero’ di turno proprio al momento della sua visita, provocando qualche sorriso di circostanza. Probabilmente queste visite lasciano il tempo che trovano, se non si pongono le basi per un’analisi dei problemi che interessano il territorio. La gente partecipa in modo relativo, le cosiddette truppe ‘cammellate’ non ci sono più. È significativo che siano presenti più telecamere, microfoni e giornalisti che persone. Tutto ciò dovrebbe far riflettere sulla necessità di queste comparsate. Le discussioni non mancano, come le polemiche alimentate dalla capacità di tanti candidati di imporre le proprie idee alzando in tutti i modi la voce. I programmi ci sono, ma in molti casi non sono neanche conosciuti dagli elettori, che guardano soprattutto se conoscono il candidato a sindaco. I comizi, ormai d’epoca, non funzionano più, anche se nelle piazze principali vengono sempre montati i palchi per ospitarne alcuni. Nelle ultime settimane le discussioni di rilievo nazionale hanno avuto il sopravvento sulle questioni locali; ma questo, in realtà, è sempre avvenuto, considerando la particolarità di questa tornata elettorale che mescola consultazione amministrativa ed europea. A Perugia il tema al centro dell’attenzione è la sicurezza, anche sulla base dei fatti di cronaca (l’accoltellamento in pieno centro di qualche giorno fa per il controllo dello spaccio di droga, che ha provocato particolare impressione); a Terni il dibattito è legato all’approvvigionamento di energia, essenziale per il futuro dell’industria della Conca. Nella terza città dell’Umbria, Foligno, le prospettive delle Officine alternano speranze a preoccupazioni. In questi ultimi giorni di campagna elettorale i partiti, dopo alcune scelte sofferte per formare le coalizioni e i candidati, cercano, per quanto possibile, di mostrare compattezza. Ci sarà tempo per le polemiche e le richieste nel dopo-voto. Nei commenti per la presentazione dei candidati per la prossima consultazione elettorale è prevalsa la tesi che questa volta non ci sarebbe stata la vittoria sostanzialmente plebiscitaria del centrosinistra, con piccole isole per l’opposizione. In molti casi si è parlato di sfida vera, con risultato incerto e il possibile ricorso al ballottaggio in alcuni centri importanti. La tesi ha un suo fondamento, però il dato più rilevante pare la disaffezione, non annunciata ma palese, dei cittadini. Una percentuale più alta di tanti partiti in lizza.
Scarso entusiasmo per la campagna elettorale
Elezioni amministrative. Ai comizi, più giornalisti che cittadini
AUTORE:
Emilio Querini