Eugenio Scalfari è un uomo che ha un alto concetto di sé, e si considera un intenditore, oltre che di tantissime altre cose, anche di teologia. La controprova è che qualche anno fa ha scritto un libro intitolato Io e Dio, caso – credo – unico nella storia. Un’altra controprova è che qualche settimana fa ha scritto sulla Repubblica (il giornale da lui fondato) un articolo per commentare e discutere l’enciclica Lumen fidei, ponendo anche una serie di quesiti al Papa. Si è rivolto al Papa da pari a pari nelle questioni teologiche; ed è già buon segno, perché in genere si mette da pari a pari con Dio. Ma, sorpresa, il Papa gli ha risposto; da pari a pari anche lui, e con una lunga lettera (pubblicata mercoledì 11) nella quale approfondisce il tema dell’uomo – credente o non credente – di fronte alla fede.
È un testo di straordinaria importanza, e non solo perché inviato a un giornale in risposta a un articolo: lo è perché riprende e rilancia quei messaggi del Concilio Vaticano II che sembravano da qualche tempo un po’ appannati (ma per giustizia si deve ricordare che l’enciclica Lumen fidei è per la maggior parte opera di Benedetto XVI). Dice, tra l’altro, che c’è salvezza anche per l’uomo non credente, se ascolta la voce della sua coscienza che lo invita a scegliere il bene invece del male. Dove il bene e il male non si devono intendere in senso egoistico (il bene è ciò che mi piace e mi conviene) ma come termini di un giudizio basato su valori superiori e universali (la giustizia, la verità, l’amore). Chi non conosce (ancora) Dio, ma riconosce che quei valori esistono e si sforza di realizzarli vincendo il proprio egoismo e il proprio interesse, è già sulla strada della trascendenza e della spiritualità; e dunque è, in qualche modo, un credente. Crede in qualche cosa che è superiore all’uomo e lo guida. Non è ancora la fede in senso teologico. Ma, dice Francesco, non siamo noi a possedere la fede, è la fede che possiede noi; e anche il credente è in cammino verso la pienezza della fede. Supererà Francesco l’esame di Scalfari?