La tragica vicenda di Elisa, la giovane tifernate trovata morta in un bosco a conclusione di una serata trascorsa a Perugia all’insegna dell’alcol e forse della droga, ha riportato il capoluogo umbro alla ribalta dei media nazionali come “città dello sballo”, l’“Ibiza” cui era stata paragonata nei reportage sull’uccisione della studentessa inglese Meredith Kercher. Il sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, protesta per questa rappresentazione “non veritiera” della città che ha gli stessi problemi – sostiene – di tante altre con molti giovani. Ci sono poi proteste di altro tipo anche per l’imminente uscita di un film sulla vicenda del delitto Meredith.
È attesa infatti per metà febbraio l’uscita su un network televisivo degli Stati Uniti del film Amanda: Murder on Trial in Italy, ispirato alla vicenda dell’uccisione a Perugia di Meredith Kercker. Gli avvocati della protagonista e imputata Amanda Knok hanno inviato una diffida ai produttori a non diffonderlo. Il processo è ancora in corso e la rappresentazione non veritiera dei fatti – sostengono – potrebbe influenzare negativamente i giudici. Anche i difensori dell’altro imputato, Raffaele Sollecito, annunciano che chiederanno alla Corte federale degli Stati Uniti il sequestro della pellicola che definiscono “spazzatura”, “raccapricciante”.
Il trailer è già su internet ed il padre di Meredith si è detto scioccato per quelle scene di violenza “assolutamente orripilanti”. I legali della famiglia hanno chiesto formalmente il sequestro del film, a tutela della memoria della studentessa inglese. Il processo d’appello riprenderà a Perugia il 12 marzo. In primo grado Amanda e Raffaele erano stati condannati rispettivamente a 26 e 25 anni. Hanno chiesto e ottenuto la ripetizione di alcune perizie per provare la loro innocenza. È invece già diventata definitiva con il pronunciamento della Cassazione la condanna a 16 anni di carcere del terzo imputato, l’ivoriano Rudy Guede. Come al solito piazza Matteotti, davanti al tribunale, il 12 marzo si trasformerà in una sorta di set cinematografico per riprendere le ultime immagini di Amanda, quella vera.
Una rappresentazione mediatica della città di Perugia che non piace al sindaco Wladimiro Boccali e che è stata riproposta anche per la vicenda di Elisa Benedetti, la 25enne di Città di Castello trovata morta nelle campagne attorno alla città dove la sua auto si era impantanata. Boccali si indigna per come Perugia è stata descritta: “Città noir, Disneyland della droga, capitale dello spaccio, della trasgressione notturna, della dolce vita universitaria tra sesso e droga”. Il Sindaco critica la “grande copertura mediatica” sulla morte di Elisa, affermando di aver avuto in certi casi “perfino l’impressione che si tirasse la volata all’ipotesi di un omicidio, più suggestivo di una morte per ipotermia… Che la droga a Perugia sia un problema – dice Boccali – è scontato. È uno dei punti principali, la lotta allo spaccio, su cui si fonda il Patto per la sicurezza che da alcuni anni la città ha stretto con lo Stato”.
L’analisi del Sindaco propone una serie di quesiti: “Il mercato della droga c’è perché c’è la domanda. Ma perché c’è la domanda? Le nostre famiglie lo sanno come i ragazzi vivono le loro serate di sabato? E nelle aule delle scuole davvero non si ha sentore di tante crisi che vengono nascoste nelle case?”. Infine una domanda ai “cari narratori della Perugia noir: pensate che il disagio dei giovani e dei ragazzi sia un fenomeno che possa circoscriversi tra le mura etrusche o medievali di Perugia, e non sia un fenomeno con cui tutti, drammaticamente, dovremmo fare i conti?”.