Saper parlare ai ragazzi per far brillare i loro occhi

Era con l’insegnante e scrittore Eraldo Affinati il primo dei tre incontri per educatori promossi dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università
Eraldo Affinati
Eraldo Affinati

Insegnante e scrittore: queste le due facce della vita di Eraldo Affinati, chiamato come relatore nel primo dei tre incontri promossi dalla Commissione regionale per l’educazione, la scuola e l’università (Cresu) della Ceu. L’8 marzo, presso la Domus Pacis di Santa Maria degli Angeli, Affinati, di fronte ad una platea di insegnanti, ha parlato de “La responsabilità della parola…”, riflessione sulla fiducia reciproca tra allievi e docenti e sulla capacità di “far brillare gli occhi” dei ragazzi. Scopo degli incontri, rivolti ad insegnanti, dirigenti a a quanti operano nel mondo della scuola, è recuperare passione e iniziativa, mettendo al centro il ruolo dell’insegnante educatore e tendendo a costruire una vera comunità educante. Al tavolo dei relatori c’erano il vescovo mons. Sorrentino, Giovanni Carlotti, Rita Ferri.

Nato a Roma, dove vive e lavora, Affinati insegna Italiano e Storia all’istituto professionale “Carlo Cattaneo” della Capitale, presso la succursale della Città dei ragazzi. Il suo intervento è un racconto di vita e di esperienza tra i giovani più disagiati delle periferie della città, ragazzi italiani e stranieri che incontra ogni giorno a scuola.

Nel corso del suo intervento parla della sua infanzia, non facile; della madre Maddalena, riuscita a fuggire il 2 agosto 1944 alla stazione di Udine da un treno che la stava deportando in Germania. Da questa esperienza, quasi un viaggio di “conoscenza e coscienza” è uscito fuori un libro, Campo del sangue, nel quale racconta, per averlo vissuto personalmente, il viaggio che la madre avrebbe percorso se fosse arrivata nel Lager nazista.

Dopo la laurea in Lettere – racconta – il suo desiderio non era fare l’insegnante. Poi arrivano le supplenze e l’esperienza all’istituto “C. Cattaneo” di Roma. “Lo spazio della classe all’improvviso per me diventa quasi magnetico” racconta. L’incontro con alcuni ragazzi afgani che giocavano a basket a scuola rappresentano per lui uno snodo importante. Si appassiona alle loro storie di immigrazione, così come a quelle di tanti altri ragazzi provenienti dall’Africa. Compie con alcuni di loro viaggi di ritorno nei luoghi di origine, da cui nascono altri libri. Con questi studenti scopre quanto è importante il valore della parola e della comunicazione all’interno delle classi.

Un lavoro che all’inizio sembra difficile, si pone quasi come un ostacolo. “L’importante – dice Affinati – è accettare la loro sfida e andare dove loro vogliono portarti condividendo il loro entusiasmo, dimostrandoti amico e insegnante fino a porgli un limite che loro devono accettare. Bisogna insegnare ai ragazzi a fare una scelta. È una conquista quotidiana”.

Oggi Eraldo Affinati, insieme alla moglie Anna Luce Lenzi, ha fondato la “Penny Wirton”, una scuola di italiano per stranieri, gestita da volontari, ospiti in alcuni locali della chiesa di San Saba di Roma, dei Gesuiti.

Il prossimo incontro si terrà venerdì 22 marzo, sempre presso la Domus Pacis alle ore 16, a cura del vescovo mons. Domenico Sorrentino e dell’insegnante Annarita Caponera: “L’estrema importanza dell’educazione nella vita dell’uomo” (Concilio Vaticano II), riflessioni sulla fiducia della comunità ecclesiale nei confronti del lavoro educativo e sulla collaborazione con le altre agenzie educative.

AUTORE: Manuela Acito