Santa Croce agli ortodossi

Il 14 maggio mons. Chiaretti consegnale chiavi della chiesa

I primi ortodossi ad essere presenti a Perugia sono stati i greci, gli studenti greci che venivano a studiare medicina negli anni ’70 quando le loro facoltà erano a numero chiuso. Ci sono stati anni in cui i greci che studiavano nella nostra città erano circa 15/16 mila. Poi sono venute o si sono formate le famiglie ed hanno costituito una comunità diffusa nel territorio.

Questa comunità tuttora esistente e con una sua vitalità sociale e religiosa, si ritrova con continuità a periodi fissi, almeno mensili, a pregare e a celebrare le proprie liturgie. Inizialmente, l’idea di una assistenza religiosa ai greci di Perugia, appartenenti alla Chiesa ortodossa, è venuta ad un prete cattolico, don Paolo Barrera di Torino, il quale aveva chiesto e ottenuto la facoltà di celebrare la messa in rito latino e in rito bizantino di lingua greca.

Per alcuni anni le cose sono andate avanti così e posso ricordare un anno in cui ho dovuto io stesso celebrare una breve cerimonia che vagamente ricalcava la processione del vangelo della risurrezione con il canto del Cristòs anesti (Cristo è risorto) e l’accensione delle candele nella piazza. Queste liturgie si celebravano nella Chiesa dell’Università, nella piazza omonima, e non vi era ombra di proselitismo, ma solo desiderio di servizio verso dei fratelli che condividono la stessa fede e celebrano gli stessi sacramenti. In seguito la Chiesa ortodossa in Italia è riuscita a provvedere con propri sacerdoti che sono venuti da Roma, da Venezia, da Bari.

Il più presente e conosciuto non solo dai greci, ma anche dai cattolici, è stato l’archimandrita Polikarpos Stavropoulos, ora vicario del metropolita Gennadios Zervos. Egli ha avuto sempre una cura particolare per la Comunità greca in Perugia ed ha avuto l’occasione di stringere contatti ecumenici con i vescovi perugini e con il Centro ecumenico.

Tutto questo per dire che c’è una storia a monte della manifestazione che si compie sabato prossimo, alle ore 17, in via Benincasa (una traversa di via dei Priori). L’arcivescovo mons. Giuseppe Chiaretti consegnerà le chiavi della chiesa di Santa Croce, restaurata, al metropolita Gennadios Zervos, rappresentante in Italia del patriarca ecumenico di Costantinopoli Bartolomeo I. Il primo parroco della comunità che officierà la chiesa sarà l’attuale parroco Evangelos Ifantidis, un giovane sacerdote che studia teologia in una facoltà pontificia a Roma.

Il gesto della consegna di una chiesa agli ortodossi, (nell’intenzione di mons. Chiaretti che sia per tutti gli ortodossi), è certamente un gesto storico e simbolico, che rappresenta con segni e gesti concreti, il nuovo clima che si è determinato nel grande mondo della cristianità, segno di riconciliazione e di riscoperta della comunione nella fede e nella carità.

AUTORE: E.B.