San Ponziano. Coraggio e dignità

SPOLETO. Hanno partecipato 4 mila fedeli alla festa del patrono san Ponziano, martire del II secolo

San Ponziano ha chiamato, gli spoletini hanno risposto. E in grandissimo numero. Migliaia, infatti, i fedeli che hanno partecipato, domenica 14 gennaio, alla solennità di san Ponziano, protomartire, patrono della città di Spoleto e dell’intera arcidiocesi. La gente accorsa per rendere omaggio al diciottenne Ponziano, decapitato nel 175 per il suo amore a Cristo, è un sussulto di coraggio e di dignità; ‘è come dire – ha commentato soddisfatto l’Arcivescovo – mai più massacrare i giovani; è come ripetere che vogliamo una società libera e diversa. Spoleto sarà tanto più felice, come il suo cavaliere del Cielo, quanto meglio saprà dire, nelle risorse delle virtù civiche, la propria voglia d’essere città, la propria consapevolezza di avere un ruolo in quell’Umbria di cui già Federico Barbarossa, scriveva che ‘habebat centum turres’. Mons. Fontana ha colto l’occasione della festa del Patrono per dire con chiarezza che ‘non appartiene a chi vuole ridare speranza e futuro a questa città il compromesso con la trasgressione e la legittimazione del male. Festeggiare san Ponziano – ha continuato il presule – è come dire che le sfide vanno raccolte e vinte, non subite e tanto meno fuggite. Nessuno può tirarsi indietro, nessuna istituzione può dimenticare che è dovere comune impegnarci per il bene comune’. Poi un richiamo alla valorizzazione delle potenzialità presenti in città: ‘Pare che abbiamo dimenticato l’uso antico che, a fare di un borgo una città, non sono i numeri dell’anagrafe, ma l’eccellenza delle esperienze, la qualità della vita e la cultura dei propri abitanti e la loro capacità di interagire’. Il pomeriggio del 14 gennaio, dal duomo, si è snodata una lunghissima processione che ha riportato la sacra testa del martire nella basilica a lui dedicata. La reliquia del santo è stata scortata da oltre cento cavalli e cavalieri. Proprio il cavallo è l’animale con cui il giovane Ponziano è sempre raffigurato e che, nella simbolica antica, è un modo per esprimere l’ideale d’essere forte e intraprendente, senza macchia e senza paura. Gli oltre quattromila spoletini che passo dopo passo hanno accompagnato, per le vie della città, il loro protettore, hanno dimostrato il forte attaccamento verso san Ponziano, guida sicura dei fedeli, vincitore del male. Insieme all’arcivescovo la città intera ha invocato il giovane martire a tenere lontano il nemico, a guidare il gregge nella pace dei santi e a liberare dal pericolo del terremoto.

AUTORE: Francesco Carlini