A San Fortunato della Collina la Festa del SS. Crocifisso

“Ti lascio una comunità viva, non il deserto”, mi disse don Giovanni Tiacci, mio predecessore, il giorno dell’ultima festa del Crocifisso del 2019, quando mi accingevo ad assumere la guida dell’Unità pastorale. “Un popolo senza memoria è un popolo senza futuro”, ha detto qualcuno, sottolineando lo stretto legame tra il passato, custodito nella memoria, la comprensione del presente e, quindi, la costruzione del futuro. La memoria del bene seminato nei solchi di una comunità ne edifica i membri, perché possano percorrere strade di altrettanto bene nel presente e costruire il futuro.

La Festa del SS.mo Crocifisso a San Fortunato della Collina

La festa quinquennale del Ss.mo Crocifisso (dal 3 al 15 maggio a San Fortunato della Collina) che Padre Pio, tramite don Giuseppe Buelloni inviò alla nostra Comunità, è l’occasione per ricalcare i passi di chi ci ha preceduto e continuare a costruire la Comunità cristiana, che testimonia un “amore crocifisso”, capace di spezzare le catene di odio, rivalità e contesa che spesso si annidano in mezzo a noi.

Centinaia gli ex voto custoditi nella chiesa parrocchiale

Nella nostra chiesa parrocchiale sono custoditi centinaia di ex voto, attestanti non tanto la prodigiosità di un simulacro ligneo, ma la fede di chi ci ha preceduto in “un Dio dalle mani bucate”, qual è Gesù.

Le cronache parlano di 5.000 persone presenti alle prime edizioni di questa festa, organizzata dal parroco di origini mantovane, un vero vulcano di amore per il Signore e per la Chiesa, che ha servito fino alla morte, avvenuta improvvisamente una mattina di agosto del 1980.

Il tramite di don Giuseppe Buelloni e i prodigi

Da figlio spirituale di Padre Pio, don Buelloni si faceva carico delle necessità della sua comunità e di tanta gente che accorreva in questo piccolo borgo, invitando ad affidarsi al Signore, che dice “senza di me non potete far nulla” (Gv 15). Un quadretto, in particolare, ha attirato la mia attenzione con la narrazione di un prodigio: 5 maggio 1969. Un uomo di origini italiane, emigrato in America, ritrova nelle tasche l’immaginetta del Crocifisso di San Fortunato dopo aver scoperto una grave malattia al polmone che deve essere asportato. Prega e si affida al Signore Gesù ponendo l’immaginetta sotto il cuscino. Guarisce prodigiosamente e scrive a don Giuseppe per ringraziare il Crocifisso.

La donazione delle campane

A San Fortunato anche il campanile, le otto campane che suonano a distesa e tanti altri oggetti sono stati donati ex voto suscepto, cioè secondo la promessa fatta da chi invocava il Signore Crocifisso e veniva esaudito.

Tante altre storie sono custodite anche nelle singole pietre della chiesa. Oggi sarebbe bello se le “pietre vive” di questa Chiesa diventassero un “ex voto vivente” che attesta l’amore ricevuto, immensamente riversato su ciascuno e che chiede di essere trasmesso agli altri. Auguri a tutta la Comunità e a quanti vorranno unirsi a noi per imparare ad essere discepoli del “Dio dalle mani bucate”.

Don Giovanni Amico
parroco di San Fortunato della Collina

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