Il 29 gennaio Perugia celebra la solennità del santo patrono Costanzo, vescovo e martire del II secolo. Una festa che rinsalda il legame tra la comunità civile e la comunità religiosa, come sottolineato dal card. Gualtiero Bassetti nell’omelia dei primi Vespri della solennità: “Si tratta della storia plurimillenaria di una città e di una società che hanno trovato, nel cristianesimo, la linfa vitale per sorgere e svilupparsi, in armonia e concordia, anche se non sono mancati periodi di crisi e di contese”.
L’unione tra comunità civile e religiosa è stata testimoniata, come ogni anno, dalla tradizionale processione della “Luminaria”, risalente all’inizio del XIV secolo, cui hanno preso parte, nel pomeriggio del 28 gennaio, le massime istituzioni cittadine, guidate dal card. Bassetti e dal sindaco Andrea Romizi.
La Luminaria, animata dai figuranti in costume medioevale dei cinque rioni storici della città, con i balestrieri di Assisi e del Palio dei terzieri di Città della Pieve, è partita dal Palazzo comunale dei Priori e ha poi raggiunto la basilica minore di San Costanzo, percorrendo l’antica “via sacra” che collega la chiesa di Sant’Ercolano (intitolata all’altro patrono di Perugia) alle basiliche di San Domenico e di San Pietro.
“Siamo scesi dall’acropoli, dalla piazza grande ove si affacciano i palazzi della Perugia civile e religiosa, e dove la cattedrale sembra coniugare, in un felice abbraccio, realtà temporali e spirituali” ha continuato il Cardinale, ricordando nelle sue parole sia il passato che il presente della città. “Scendendo verso questa storica chiesa, abbiamo attraversato una parte significativa della città. Abbiamo costeggiato antiche case e palazzi; ci siamo soffermati dinanzi a monumenti storici che hanno segnato la grandezza della nostra città”.
“Al presente, certo – ha sottolineato Bassetti -, non mancano le difficoltà. Non sfugge a nessuno la precarietà del vivere per molti concittadini. La scarsità del lavoro, soprattutto per i giovani; i problemi all’interno delle famiglie; l’invecchiamento della popolazione, con i problemi che ne conseguono”.
Non mancano però motivi di speranza per la città. “Vi sono tante fiammelle vive, come quelle che ci hanno accompagnato stasera lungo il nostro peregrinare, che infondono calore e gioia. Uno dei motivi per cui ringraziare Dio sono i giovani che si avvicinano alla Chiesa, che vivono quotidianamente l’esperienza delle parrocchie o dei gruppi ecclesiali”.
La celebrazione dei primi Vespri ha visto anche il rito dell’omaggio votivo al Santo di alcuni doni-simbolo della storia civile e religiosa della comunità perugina. Si tratta dei doni del cero, da parte del Sindaco, della corona d’alloro da parte della polizia municipale, del torcolo (dolce tipico della festa) da parte degli artigiani, del vinsanto da parte di due giovani sposi, e dell’incenso da parte del Consiglio pastorale parrocchiale di San Costanzo.