San Benedetto, indicaci tu la meta

Oltre un centinaio di giovani hanno partecipato a Norcia alla festa del santo Patrono

Norcia il 21 marzo si è stretta intorno al suo figlio più illustre, san Benedetto, patrono d’Europa e dell’intera Chiesa spoletana-nursina. Quest’anno san Benedetto, come dice il proverbio, non ha portato la rondine sotto il tetto, ma neve e tantissimo freddo. Numerosi fedeli però, sfidando le intemperie, si sono riuniti in preghiera nella casa natale del santo Patriarca. Prima della celebrazione eucaristica, presieduta dall’Arcivescovo, alla presenza dei monaci, di un cospicuo numero di sacerdoti diocesani e di autorità civili e militari, si è svolto il tradizionale corteo storico. Il filo conduttore della festa di san Benedetto sono stati i giovani. Oltre un centinaio hanno partecipato al pellegrinaggio a piedi dalla cattedrale di Spoleto alla basilica di Norcia. Le nuove generazioni sono state al centro dell’omelia di mons. Fontana. Il presule ha parlato della questione educativa dei più giovani, del loro rapporto con il mondo adulto, spesso incapace di rispondere alle sfide del tempo presente. ‘La generazione nuova – ha affermato il Vescovo – è abbacinata da prospettive che tutti sappiamo quanto poco contino; forse è portata fuori strada dalle nostre incertezze. I giovani ci giudicano. Presso la fonte della Sapienza, diciamolo ancora con coraggio e semplicità: c’è bisogno di maestri credibili che sappiano dire, con umiltà e autorevolezza, quale strada un giovane possa percorrere per ritrovare il gusto delle cose, la gioia di vivere, la pace quotidiana. Mentre tutti rivendicano i propri diritti, i cristiani non esitano a ricordarsi vicendevolmente i doveri assunti. Nel rapporto educativo – ha continuato mons. Fontana – nessuno si illuda: le mete, buone o cattive, vengono continuamente proposte anche nel nostro tempo. Se solo riuscissimo a far riscoprire agli altri il fascino delle mete buone, il fanciullino che sta dentro ciascuno potrà ancora orientarsi e scegliere’. Il sindaco Nicola Alemanno, invece, nel suo saluto ha parlato del significato del pellegrinaggio a piedi, ribadendo anch’egli la volontà delle istituzioni di stare accanto ai giovani: ‘Questa esperienza del pellegrinaggio, che ci ha portato a riscoprire i luoghi che ancora oggi parlano dell’avventura cristiana del monachesimo benedettino, in cui la fede si è fatta vita, storia, cultura e carità, ha testimoniato che esistono giovani intimamente fiduciosi e generosamente impegnati nell’avventura di diffondere i saldi valori morali e spirituali di questa nostra terra. Giovani custodi di un seme di speranza per il futuro di tanti altri loro coetanei, che invece vivono situazioni di disagio e di insofferenza’. Insomma, a san Benedetto sono stati affidati tutti giovani della diocesi, con la consapevolezza che verso ciascuno di noi c’è un progetto di Dio e che, come tralci uniti alla vite, sapremo costruire un modo di fratellanza e di pace.

AUTORE: F. Carlini - S. Sivilla