L’incatenamento del sindaco di Assisi Claudio Ricci – finalizzato alla salvaguardia del corso di laurea in Economia del turismo – è riuscito a creare una mobilitazione generale coinvolgendo anche la Chiesa locale che si distingue per una ferma posizione. “La disattivazione di tale corso costituirebbe una grande perdita per Assisi, che fa da volano al turismo dell’intera Umbria. La difficoltà economica in cui versa il Paese impone purtroppo sacrifici a vari settori, ma occorre discernere le situazioni che hanno un forte riscontro culturale ed economico. Da qui l’auspicio che il Governo tenga conto della specificità di una benemerita istituzione universitaria, salvandola ed aiutandone lo sviluppo”: questa la dichiarazione rilasciata dal vescovo mons. Sorrentino, alla quale facciamo seguire le parole del vicario episcopale per la cultura mons. Vittorio Peri: “La soppressione del corso di laurea in questione rappresenta sotto vari aspetti un danno per Assisi e per il territorio, e al contempo mortifica l’identità del fenomeno turistico. Il turismo infatti dispone anche di risvolti etici e spirituali. L’homo viator è l’immagine della condizione naturale dell’uomo, ospite e pellegrino su questo pianeta e, per chi ha fede, anche profezia del cammino verso il ‘porto’ definitivo”. Anche la Commissione per l’educazione, la scuola e l’università della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino auspica la continuità del corso, facendo riferimento alla qualità scientifica e culturale del corso di laurea e alla oggettiva presenza degli studenti. Il vescovo emerito mons. Goretti giudica il citato corso come una delle iniziative più consone alla natura e alla missione di Assisi: “Il numero elevatissimo di iscritti, la qualità dei docenti e delle materie, nonché delle relative attrezzature, hanno creato un autentico unicum. Se è giusto eliminare rami secchi, è assurdo tagliare alberi vigorosi e fecondi di futuro”. Si associa a quanto espresso il pro priore del Capitolo della cattedrale, don Giuseppe Biselli, che raccomanda un atteggiamento di coerente fermezza. Coglie nel segno il custode del Sacro Convento padre Giuseppe Piemontese riferendosi ad Assisi: “Gli studenti sono immersi non solo nelle tematiche accademiche ma anche nelle problematiche reali che la stessa città si trova ad affrontare. Assisi è quindi modello e scuola per i tanti giovani che desiderano apprendere sul campo il vero significato del turismo animato da cultura, arte e non ultimo da fede”. Nel momento in cui scriviamo risulta arduo azzardare previsioni. L’assessore all’Istruzione del Comune di Assisi, Maria Belardoni, così afferma, dichiarandosi fuori da qualsiasi campanilismo: “Il corso di laurea, primo ad essere nato in Italia, oggi vanta 800 iscritti provenienti da varie regioni; un’altissima percentuale dei laureati trova adeguata occupazione in strutture turistiche nazionali e internazionali in virtù del grado di formazione. Da una parte si chiede giustamente un potenziamento del settore turistico, dall’altra si vorrebbe tagliare uno strumento d’eccellenza che garantisce addetti qualificati allo stesso settore”.
“Salviamo l’università!”
La Chiesa difende il corso in Economia del turismo
AUTORE:
Francesco Frascarelli