Filarete, metropolita di Minsk e Sluck, esarca patriarcale della Bielorussia, presidente della Commissione teologica sinodale della Chiesa russa, con la sua fluente barba bianca e il copricapo tipico delle gerarchie ortodosse, al suo ingresso nell’aula papale del Sacro Convento di san Francesco di Assisi, nel pomeriggio del 3 novembre scorso, è stato accolto festosamente con un lungo applauso da un’assemblea formata da sei vescovi dell’Umbria, da docenti e studenti dell’Istituto teologico, da molti religiosi, religiose e laici impegnati nel dialogo ecumenico. Sono stati rivolti all’illustre ospite i saluti da parte del preside mons. Vittorio Peri, dal vescovo di Assisi Sergio Goretti, dal vescovo di Terni Vincenza Paglia e da una rappresentanza del Forum per i diritti dei bambini di Cernobyl. Mons. Paglia ha fatto la storia di questo incontro, che non è avvenuto per caso, ma segna la conclusione di un itinerario di amicizia e di collaborazione tra due personaggi, il cattolico e l’ortodosso, entrambi aperti e disposti a riconoscersi fraternamente come rappresentanti di due Chiese sorelle. Il metropolita ha poi ringraziato e svolto la sua relazione, una vera e propria lezione, su “La testimonianza del Vangelo nel mondo contemporaneo”. Letta in russo e seguita dall’uditorio su una traduzione scritta, dovrà essere ripresa e rimeditata per renderla parte del bagaglio culturale dell’insegnamento che si svolge all’Istituto teologico sul dialogo ecumenico e interreligioso. Filarete, infatti, si è posto questioni importanti e radicali: “Che cosa può dire l’uomo a testimonianza di Dio? Che cosa è mai l’uomo per divenire testimone nella causa sulla veracità di Dio?”. Eppure gli esseri umani sono chiamati dalla Provvidenza a dare testimonianza alle opere di Dio. Si è trattato di un evento simbolico il cui valore è riposto soprattutto nell’incontrarsi, fare amicizia e scambiarsi il segno della pace. Questo aspetto è emerso in molti gesti, nel clima generale dell’incontro ed è stato esplicitamente proposto nel canto dell’Akathistòs: un inno alla “Vergine sposa” di cui si narra la storia, si esalta la virtù e la grandezza, si invoca l’intercessione. Scritto e pregato da tempi immemorabili, quando la Chiesa non era divisa, appartenente al patrimonio dell’intera cristianità, anche se sviluppato principalmente nell’ortodossia, ora si va diffondendo in una traduzione e trascrizione musicale molto indovinata anche in alcune comunità cattoliche italiane. All’inizio si è cantata la prima parte, con tutta l’assemblea in piedi (il termine akathistòs vuol dire non stare seduti) e partecipe e alla conclusione dell’incontro la seconda parte, con una esecuzione perfetta curata da padre Magrino. Non è mancato il dono di una medaglia ricordo offerta al Metropolita da parte dell’Amministrazione comunale di Assisi, rappresentata dal Vice sindaco che ha dato il benvenuto della città all’illustre ospite. La prolusione del metropolita Filarete al 34’anno accademico dell’Istituto teologico non poteva avere un solennità maggiore, data anche la presenza del cardinale Roger Etchegaray, che tanta parte ha avuto nell’organizzare la famosa giornata dell’ottobre ’86 ad Assisi e rappresenta un personaggio di spicco nel dialogo della Chiesa con il mondo. In questa occasione è stato rinnovato l’annuncio che l’Istituto attualmente aggregato alla Facoltà teologica della Pontificia università lateranense è sul punto di arrivo per essere costituita in Facoltà teologica dell’Italia centrale insieme a Firenze.
Sacro Convento. Incontro tra due Chiese
Il metropolita Filarete all'inaugurazione dell'anno all'Istituto teologico: ad accoglierlo tra tante persone, mons. Paglia e mons. Goretti
AUTORE:
Elio Bromuri