La cresima ha poi tutta questa importanza nella vita cristiana? Aggiunge qualcosa al battesimo? E in ogni caso, dopo averla ricevuta, i giovani “lasciano” la Chiesa…
Non raramente si sente dire che la confermazione o cresima sarebbe il “sacramento dell’addio”. È sotto gli occhi dei più che, una volta celebrata la cresima (facente parte della triade dei sacramenti dell’iniziazione cristiana), molti dei ragazzi che compongono i gruppi di catechesi dell’iniziazione scompaiono dalla vita ecclesiale della propria comunità cristiana.
Le ragioni sono certo molte. Una fra tutte è una vita comunitaria spesso debole, con una modalità di catechesi e di iniziazione alla vita liturgica poco incisiva nella preparazione ai sacramenti. Lo stesso Papa Francesco nell’ Angelus domenicale dell’8 gennaio 2017 disse: “La confermazione o cresima non è solo un punto di arrivo, come alcuni dicono: il sacramento dell’addio. No, no! È soprattutto un punto di partenza nella vita cristiana”. Dedicare tempo alla riscoperta della confermazione può in certa misura aiutare a comprendere quanto siano vere le parole del Papa.
Nell’introduzione al rito viene affermato che “in forza di questo sacramento, essi [i battezzati] ricevono l’effusione dello Spirito santo, che nel giorno di Pentecoste fu mandato dal Signore sugli apostoli” (n. 1) e che questo dono dello Spirito “rende i fedeli in modo più perfetto conformi a Cristo e comunica loro la forza di rendere a lui testimonianza” (n. 2). Per questo, per capire il senso profondo della confermazione, è utile andare al testo scritturistico che il rituale cita: la Pentecoste.
Nel libro degli Atti degli apostoli, al capitolo 2 (vv. 3-4), l’autore riporta come lo Spirito santo è sceso sugli apostoli: “Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi”.
Già da qui possiamo vedere come la discesa delle Spirito abbia a che fare con la testimonianza; infatti viene permesso agli apostoli di parlare lingue differenti affinché la folla presente possa comprendere l’annuncio. Non solo. Dopo questo, Pietro prende la parola e dà inizio ad una lunga predicazione (vv. 1436), secondo elemento che associa la Pentecoste, e quindi la confermazione, alla dimensione della testimonianza.
Infine, una volta concluso il suo discorso, Pietro alla domanda degli astanti: “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?” (v. 37), risponde: “Convertitevi e ciascuno di voi si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per il perdono dei peccati, e riceverete lo Spirito Santo” (v. 38). Nel pensiero dell’apostolo è chiaro che la mediazione rituale dà la possibilità alla folla di accedere all’evento delle Pentecoste, vissuto prima dal solo gruppo dei Dodici.
Per questo non ci è difficile comprendere come la confermazione, o meglio tutta l’iniziazione cristiana, abbia a che fare con il dono dello Spirito santo per la testimonianza del Vangelo, e quindi comprendere come il sacramento detto “dell’addio” sia piuttosto il sacramento dell’invio!
Don Francesco Verzini