NeNegli anni ’60 del secolo scorso una delle iniziative “vincenti” – che pose le premesse per l’avvio, anche in Umbria, del cosiddetto miracolo economico – fu quella di mettere a disposizione, a particolari condizioni di favore, porzioni “strategiche” di territorio per insediamenti industriali. L’iniziativa venne supportata da leggi speciali quali, ad esempio, quella per Assisi, e da regolamentazioni particolari in tutto il territorio regionale. Oggi una iniziativa della Giunta regionale sembra riaprire, a 50 anni di distanza, quel tipo di discorso mediante l’adozione di un “Programma per la riqualificazione dell’offerta insediativa per le attività produttive” avente lo scopo precipuo di “fare dell’Umbria un ambiente ideale per l’insediamento di attività imprenditoriali”. Secondo quanto contenuto nel documento regionale l’obbiettivo è quello di “pervenire ad un’adeguata disponibilità di aree per insediamenti produttivi di alto standard infrastrutturale e di servizi attraverso riqualificazioni, recupero di siti, di servizi, ampliamento e creazione di nuove aree”. Già, ma con quali investimenti? Cinquanta anni or sono il grande sviluppo industriale venne reso possibile, sul piano nazionale, dalle risorse del Piano Marshall e dalla mano d’opera a basso costo resa disponibile dalla fuga dai campi di milioni di lavoratori agricoli. Oggi c’è da sperare soltanto nell’intervento di capitali stranieri (Unione europea in testa), sulla innovazione tecnologica e sulla produzione di qualità. Sarà sufficiente tutto quanto bolle in pentola a garantire, almeno in buona parte, la ripetizione del “miracolo”?
Ritorno agli incentivi?
Nuove strategie per le zone industriali: documento della Giunta regionale
AUTORE:
Giancarlo Scoccia