“RiseUp”, la catechesi dei giovani Gmg a Lisbona

Le Giornate mondiali della gioventù il 2 agosto sono entrate nel vivo con le catechesi del mattino, chiamate “RiseUp”, che significa “alzati”, anche nel senso di “risorgi”.

“Da stamane – racconta don Francesco Verzini – i pellegrini umbri si danno appuntamento, per tre mattine consecutive, presso la chiesa parrocchiale São Pedro in Ericeira (la città a circa 50 km da Lisbona in cui gli umbri sono ospitati ndr), per un momento di catechesi e per la celebrazione eucaristica tenute da mons. Antonio Napolioni, vescovo di Cremona. In questi tre giorni (2-3-4 agosto) al termine di ‘RiseUp’ i giovani umbri si riverseranno a Lisbona per partecipare agli eventi centrali della Giornata Mondiale della Gioventù. Il 4 agosto, inoltre, ultimo giorno di ‘RiseUp’, avendo a tema la misericordia, i preti umbri insieme ad i giovani pellegrini celebreranno una liturgia penitenziale”.

“RiseUp”, le catechesi “fatte” dai giovani

Come si svolgono queste catechesi? Ce lo raccontano Riccardo, di Umbertide, e Francesco della diocesi di Orvieto-Todi.

Riccardo: “Divisi in piccoli gruppi abbiamo letto un brano del Vangelo, la ‘Visitazione’, e ci siamo confrontati su questo testo. Poi le nostre riflessioni sono state esposte agli altri ragazzi dell’Umbria e avevano quattro parole chiave: l’umiltà, il servizio, il coraggio e la gioia. Successivamente abbiamo celebrato tutti insieme in un clima davvero gioioso, con i canti del coro interregionale umbro”.

Francesco: “È stata una mattinata davvero interessante perché ci siamo ritrovati tutti i gruppi dell’Umbria e abbiamo celebrato la messa tutti insieme. Ma prima c’è stata una catechesi un po’ costruita anche da noi perché abbiamo letto un passo del Vangelo, che è il testo scelto per questa Gmg, poi ci sono state delle condivisioni nei gruppi e uno di noi le ha riportate agli altri gruppi. Sono state davvero interessanti perché non avendo nessuno spunto, solo dal Vangelo sono venute fuori molte belle cose.

Dopodiché il Vescovo di Cremona ha fatto una catechesi sulla base di ciò che avevamo detto. E tra l’altro è stata molto bella, ha toccato nel profondo. Una cosa che è venuta fuori nel nostro gruppo, e che poi il Vescovo ha rimarcato, è l’umiltà di Maria. È stato davvero toccante sentire come siamo tutti poveri senza l’amore di Dio, e solo accorgendoci di questa povertà riusciamo a diventare qualcosa di meraviglioso, di grande. Solo, però, se ascoltiamo ciò che Dio dice a noi”.

La prima omelia/catechesi

E cosa ha detto il Vescovo Napolioni? Ce lo racconta, in sintesi, don Marco Briziarelli, della diocesi di Perugia-Città della Pieve.

“Ogni nostra vita è un piccola parabola. La nostra vita, come una parabola, è un freccia scoccata che centra il bersaglio. L’unica grande parabola è la traiettoria di Dio che cerca i suoi figli. Dio sta facendo di noi suoi figli, destinati a vivere in eterno con Lui.
Ogni nostra vita è un piccola parabola. La nostra vita, come una parabola, è un freccia scoccata che c’entra il bersaglio. L’unica grande parabola è la traiettoria di Dio che cerca i suoi figli. Dio sta facendo di noi suoi figli, destinati a vivere in eterno con Lui. La ‘macroparabola’ di Maria è l’inizio del Regno dei cieli. Il regno dei cieli è simili a un tesoro nascosto in un campo: ma la buona notizia è che qualcuno lo trova e poi compra quel campo! È furbo! Il cristianesimo non è per stupido. Quest’uomo va, vende tutti i suoi averi e compra quel campo, acquisisce diritti su quel campo, perché quello vale più di tutto. Investe tutto!
Anche Mosè è un bambino salvato per caso, che pure balbettava, e il Signore si serve proprio di lui, può con cui parlava faccia a faccia.
Gli occhi sono l’unica parte del corpo in cui passa la luce e noi siamo figli della luce, non perché siamo i migliori, ma perché il Signore fa passare la sua luce attraverso di noi. Nessuno ci toglie il posto nella traiettoria di Dio. Noi iscriviamo il nostro nome del suo. Noi siamo nel mondo come carne per la Parola, perché la Parola diventi carne, come in Maria.
Vi auguro che la potenza straordinaria di Dio sia riversata nei vostri cuori, come guarigione, libertà e vocazione.
La “macroparabola” di Maria è l’inizio del Regno dei cieli. Il regno dei cieli è simili a un tesoro nascosto in un campo: ma la buona notizia è che qualcuno lo trova e poi compra quel campo! È furbo! Il cristianesimo non è per stupido. Quest’uomo va, vende tutti i suoi averi e compra quel campo, acquisisce diritti su quel campo, perché quello vale più di tutto. Investe tutto!
Anche Mosè è un bambino salvato per caso, che pure balbettava, e il Signore si serve proprio di lui, può con cui parlava faccia a faccia.
Gli occhi sono l’unica parte del corpo in cui passa la luce e noi siamo figli della luce, non perché siamo i migliori, ma perché il Signore fa passare la sua luce attraverso di noi. Nessuno ci toglie il posto nella traiettoria di Dio. Noi iscriviamo il nostro nome del suo. Noi siamo nel mondo come carne per la Parola, perché la Parola diventi carne, come in Maria.
Vi auguro che la potenza straordinaria di Dio sia riversata nei vostri cuori, come guarigione, libertà e vocazione”.

“RiseUp”. I temi delle catechesi

Gli incontri “Rise Up” si svolgono al mattino nelle chiese e in altri spazi vicini ai luoghi di accoglienza dei pellegrini. Circa 270 luoghi in totale, organizzati per lingua (più di 30 lingue) per offrire dei momenti di riflessione, ascolto e condivisione.
È il “nuovo modello di catechesi” della Gmg che “invita i giovani a riflettere sui grandi temi affrontati durante il pontificato di Papa Francesco: l’ecologia integrale (Laudato si’), l’amicizia sociale e la fratellanza universale (Fratelli tutti), la misericordia (Misericordia et misera)”.
I temi mariani delle tre giornate si ricollegano al tema generale della Gmg Lisbona 2023 – “Maria si alzò e andò in fretta” (Lc 1,39) – e propongono ai giovani una missione: “oggi è il tempo per sognare e impegnarsi per un mondo nuovo, come fece la giovane Maria. Ma come possiamo imitare Maria al giorno d’oggi? Gli ‘imitatori di Maria’ – che ascolta la Parola di Dio, si alza e si mette in cammino – non rimangono ‘sul divano’ né guardano le cose dal balcone o dalla finestra”.

E poi … tutti a Lisbona!

I giovani della diocesi di Gubbio, come anche gli altri dell’Umbria, nel pomeriggio si sono trasferiti a Lisbona per partecipare alla festa degli italiani. Ma per loro è stata una festa con una nota gioiosa in più. “Ci siamo finalmente ricongiungiti con il vescovo Luciano, – racconta Edoardo – abbiamo visitato la Torre di Belem, abbiamo visto il passaggio di Papa Francesco e poi ci siamo diretti al luogo della festa fino a tarda serata!”.

 

 


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