‘Riscoperta’ Madonna di Donatello

Un'opera d'arte attribuita a Donatello scoperta nella chiesa di San Francesco. La particolare posa del bambino? Forse dovuta allo spavento per il terremoto, raccontava il vecchio parroco don Mario

Dal punto di vista del giornalista la notizia c’è tutta, ed ha già avuto ampia risonanza regionale: un’opera d’arte attribuita a Donatello scoperta nella chiesa di San Francesco a Citerna! Prima che i tecnici del turismo inizino a fare i loro piani di ‘sfruttamento’ e prima che gli esperti d’arte affilino le armi per ‘farsi un nome’ con straordinarie conferme o smentite, ho sentito il bisogno di fermarmi a guardare la cosa da parroco e da cristiano. Quello che colpisce di più di tutta la vicenda è la discrezione, tipica della Madonna, che ha permesso ad un capolavoro di restare nascosto per secoli, pur essendo sotto gli occhi di tutti. La statua è stata infatti fino a tre anni fa in alto, su una mensola, sospesa sopra il bellissimo coro ligneo del 1550. Tutti i visitatori, dopo essersi riempiti gli occhi con il settecentesco altare dorato, con il coro, con due dipinti su tavola di scuola umbra e toscana dei primi del ‘600, davano solo una fuggevole occhiata a questa immagine, nascosta tra l’altro dalla luce di una grande finestra che la sovrastava. Maria, nascosta dalla luce che viene dal cielo, la cosa avrebbe dovuto mettere sull’avviso! Eppure non la citò neppure il grande parroco e storico locale Ascani nell’elenco delle cose notevoli da vedere in Citerna. Forse era stato ingannato dal fatto che nel 1835 un ‘pittore’ locale l’aveva ‘restaurata’ dipingendo il manto con un bel verde che si usava per tinteggiare le persiane, la bocca con un tocco di rossetto non proprio verginale, e cercando di donare allo sguardo lo strabismo di Venere! Dopo la pubblicazione dell’Ascani tutte le guide e gli studi seguenti continuarono a guardare in basso senza volgere lo sguardo alla Vergine. Poi venne il diluvio. Non si tratta di un fatto simbolico, ma di una infiltrazione d’acqua che dalla finestra e dal soffitto cominciò a minacciare l’integrità della statua. Fu allora che chiesi il permesso di spostarla di gran fretta in sagrestia. Così la si potè osservare meglio e quando Laura Ciferri, che stava studiando le opere in terracotta della nostra terra umbra la vide, il cerchio si chiuse. Ebbe così inizio un lungo periodo di studio e di consultazioni tra esperti, che ha portato all’importante attribuzione. A quella immagine i vecchi chierichetti citernesi erano affezionati, c’era infatti una specie di leggenda, che amava raccontarci ‘il Priore’ di allora, don Mario Ganganelli. Siccome il bambino Gesù ha una postura strana, e lo sguardo e la bocca ‘abilmente’ ridipinti dal già citato pittore, sembrano indicare gli effetti di un grosso spavento, il Priore ci raccontava che tutto era accaduto in una notte di terremoto. Il bambino prima era sorridente e rivolto verso chi guarda, ma la paura era stata tanta, anche per lui, e per questo si era stretto al collo della madre per cercare protezione. Il buon don Mario chiudeva la sua lezione di catechismo invitandoci ad imitarlo, tutte le volte che la paura ci prendeva alla gola. Quando nel prossimo giugno Luciano Bellosi dell’Università di Siena, i professori Gentilini e Fratini dell’università di Perugia e la ricercatrice Ciferri a cui si deve la scoperta, faranno una dotta conferenza sulla Madonna di Donatello a Citerna, avremo tutti modo di conoscere la storia artistica di questo capolavoro. Quella che ho raccontato è una storia più feriale e popolare, ma spero altrettanto bella.

AUTORE: Don Nazzareno Marconi