Ridare lustro alla ceramica

Gualdo Tadino. Il settore fatica a riprendersi, nonostante varie iniziative promosse

Immagina una vacanza in una città ai piedi dell’Appennino, tra boschi e sentieri, tra panorami mozzafiato e soprattutto produzioni artigianali tipiche; una delle quali, la ceramica ‘a lustro’ o ‘al terzo fuoco’, sarà oggetto di un campus in cui, con l’aiuto di esperti artigiani, si insegnerà ai ‘turisti della ceramica’ a realizzare e a decorare vasi, piatti, oggetti di ogni tipo. Originale, no? Questo, in pratica, il Centro ceramica umbra ha chiesto di immaginare a quasi 400 fra agenzie di viaggi, aziende di promozione turistica, hotel, agriturismi ed altre associazioni del settore di diverse regioni italiane, per valutare l’interesse per una vacanza ‘della ceramica’ a Gualdo Tadino. Con risultati sconfortanti: al 62% degli enti, il pacchetto turistico della ceramica non interessa. I risultati cambiano di poco chiedendo di valutare, in maniera più specifica, l’interesse per la ceramica a lustro gualdese a diversi imprenditori e commercianti di complementi di arredo, articoli da regalo, piante e fiori, sparsi in ogni regione d’Italia: il 54% dichiara di non essere interessato alla ceramica. I dati dettagliati, diffusi nel documento del Centro ceramica umbra, denotano insomma che, per uscire dalla crisi e contribuire allo sviluppo del settore turisico, il comparto ceramico gualdese dovrà ancora faticare a lungo e bisognerà lottare, soprattutto, contro l’invisibilità culturale e turistica in cui il territorio gualdese è sprofondato ormai da decenni. E qui si apre il capitolo dolente dell’andamento del settore ceramico, cui il presidente del Centro ceramica umbra, Claudio Carini, dedica un altro documento. Vi figurano gli ultimi dati aggiornati: negli ultimi cinque anni, con la perdita di 9 imprese e l’iscrizione di 2 nuove, il comparto ceramico ha perso ben 7 unità, mantenendo, alla fine, 56 imprese che, attualmente, impiegano 750 addetti. È qui il dato più allarmante: in cinque anni si sono persi ben 250 posti di lavoro ‘ nell’80% dei casi per mancato rimpiazzo dopo pensionamenti ‘, praticamente un quarto di quelli esistenti; una perdita ancora più consistente se si considera che negli anni ’80 gli addetti erano il doppio. Complessivamente, dopo un 2006 nero, il 2007 ha mostrato segni di ripresa. È questo un dato confortante, anche se, osserva Carini, ‘aumenta anche il rischio di disperdere velocemente, l’identità culturale del prodotto tradizionale di Gualdo Tadino’.

AUTORE: Pierluigi Gioia