Con comprensibile attesa la comunità parrocchiale confidava nella riapertura della antica chiesa abaziale di S. Pietro che per quasi un millennio ha accolto, fra le sue mura, fedeli e santi, “ivi incluso Francesco”: così è dato leggere nell’invito pubblicamente diffuso dai monaci benedettini. In seguito ai danni inferti dal terremoto del settembre 1997 all’intero imponente complesso abaziale, anche la chiesa veniva dichiarata inagibile. Il parroco dom Carlo Fabris nel giorno e nell’ora della catastrofe sismica si trovava proprio all’interno per verificare le conseguenze della precedente scossa notturna. Terrorizzato riuscì a fuggire lanciandosi dietro un macabro scricchiolìo. E dire che era imminente un matrimonio! Accadde allora che, in sostituzione della chiesa inagibile, fu allestita una chiesa alternativa grazie all’utilizzazione della vasta sala di un vicino caseggiato, destinato anche ad acquisire la funzione di residenza monastica. Iniziarono i lavori di ristrutturazione della abazia non ancora ultimati e prese avvio anche il consolidamento della chiesa condotto a termine dopo un complesso iter burocratico. Domenica scorsa 14 aprile si è svolta, durante la mattinata, la cerimonia di riapertura di detta chiesa, che ha richiamato una gran folla partecipe e l’adesione dei rappresentanti di tutta la cittadinanza. Ha dato inizio alla gioiosa manifestazione il parroco con brevi e calorose parole. La messa è stata concelebrata dal vescovo mons. Goretti, da dom Paolo Lunardòn, già parroco di S. Pietro e ora abate dell’abazia di S. Paolo fuori le Mura in Roma, dal priore conventuale dom Martino Siciliani: presenti accanto all’altare il vicario generale mons. Orlando Gori, l’emerito priore del Capitolo della cattedrale don Aldo Brunacci e il suo successore mons. Vittorio Peri, il vice-parroco della cattedrale don Franco Fasolini, don Antonio Sartori della Cittadella Cristiana e naturalmente il parroco di S. Pietro. Tratteggiando durante l’omelia i caratteri della spiritualità benedettina, il vescovo Goretti ha espresso la sua soddisfazione per il pregevole monumento religioso restituito a cittadini e visitatori, con l’auspicio che “questo” torni ad essere, come in passato, punto di riferimento per una comunità parrocchiale desiderosa di ritrovarsi nelle varie circostanze in un luogo di fraternità. Altro auspicio è stato espresso per una rapida ristrutturazione dell’abazia. All’offertorio alcuni ragazzi, frequentanti il corso di catechismo, e i parrocchiani Gianni Berti e Leda Lanari hanno portato all’altare doni simbolici: grano e uva, una lucerna, rami d’ulivo, una composizione floreale. Il priore dom Martino Siciliani (peraltro direttore dell’Osservatorio sismico installato presso l’abazia di S. Pietro in Perugia) ha espressamente ringraziato le istituzioni governative e comunali per la collaborazione garantita. Dopo la benedizione impartita dal Vescovo, ha esternato il saluto della città il sindaco Giorgio Bartolini. La concelebrazione è stata accompagnata dal coro della Cappella Musicale di S. Rufino diretto dal canonico don Giuseppe Biselli con l’esecuzione della Missa de Angelis per coro e popolo del maestro Domenico Bartolucci: le interpretazioni canore del popolo sono state affidate al coro parrocchiale di S. Pietro. Un brindisi augurale presso una sala appartata ha preceduto l’esibizione, nella piazza antistante alla chiesa, dei Balestrieri di Assisi. La cerimonia si è conclusa con la visita alla mostra di arte contemporanea allestita presso ambienti abaziali già recuperati, impreziosita dalle opere in ceramica di famosi artisti che hanno affrontato i temi dell’Annunciazione e del presepio.
Riaperta l’antica chiesa abaziale di San Pietro
L'intero complesso era inagibile per i danni causati dal sisma del 1997
AUTORE:
Francesco Frascarelli