La chiesa di Sant’Agostino situata nella sommità del colle sul quale si sviluppa la cittadina casciana è stata riaperta al pubblico lunedì 18 luglio. Un momento importante non solo per aver ridato la possibilità al sole di risplendere all’interno di una delle chiese più antiche e suggestive di Cascia ma anche per aver restituito alla comunità locale un edificio che accresce il senso di identità di appartenenza ad un luogo. I lavori per riportare all’antico splendore la chiesa sono stati finanziati dal ministero dell’Interno, fondo Edifici di culto, la progettazione e la direzione dei lavori sono state affidate al ministero per i Beni e le attività culturali (Soprintendenza ai Beni culturali dell’Umbria) in collaborazione con l’Università degli studi di Chieti-Pescara (dipartimento di Scienze, Storia dell’architettura, restauro e rappresentazione). Un lavoro lungo ed impegnativo, se si pensa che i primi interventi di restauro risalgono al 1980, che ha comportato un’intensa sinergia tra le istituzioni professionalmente gestita dall’architetto Stefano D’Avino. Alla conferenza di apertura è intervenuto anche Francesco La Motta, direttore centrale dell’Amministrazione del fondo Edifici di culto del ministero dell’Interno, Costantino Centroni, direttore regionale per i Beni culturali e paesaggistici dell’Umbria, il quale ha sottolineato la determinazione con cui Stefano D’Avino ha portato avanti i lavori di restauro e come recuperando questa rocca, abbia contribuito ad aumentare il già prezioso valore che racchiude una cittadina come Cascia, conosciuta in tutto il mondo. Padre Luciano de Michieli, vicario generale della Provincia agostiniana d’Italia ha fatto notare come questo recupero possa essere vissuto come un voler rendere onore agli agostiniani che sono vissuti in questo territorio e che nel tempo hanno contribuito a renderlo santo. Anche il sindaco di Cascia Maurizio Righetti ha mostrato soddisfazione per il recupero compiuto assicurando l’impegno da parte dell’amministrazione di aiutare la comunità agostiniana per rendere di nuovo vitale questa chiesa. I primi interventi realizzati sono stati di carattere strutturale, poi si è provveduto a restituire un’adeguata tinteggiatura all’interno settecentesco e a completare il restauro dei dipinti murali. Interventi che contribuiranno anche a dare nuovo materiale di studio per gli esperti al fine di ampliare il quadro critico delle attività artistiche nel periodo che va tra la fine del XIV alla metà del XV secolo. Sono stati riposizionati, dopo un accurato lavoro di restauro, anche gli arredi sei-settecenteschi e la bella cantoria sulla controfacciata.
Riaperta la chiesa di Sant’Agostino
I primi interventi hanno interessato la struttura, si è tinteggiato l'interno e completato il restauro dei dipinti murali
AUTORE:
Maria Laura Di Lodovico