Finito il turno delle amministrative in diverse città dell’Umbria, non c’è tempo per la pausa estiva: incombono le scelte per le elezioni regionali anticipate. La data non è stata ancora fissata, ma si prevede in autunno.
Sciolto il Consiglio regionale, l’esecutivo di palazzo Donini – pur depotenziato – va avanti e affronta le questioni urgenti, come le nomine per i commissari delle Asl dopo il terremoto che ha investito l’Azienda ospedaliera di Perugia per l’inchiesta della magistratura sui concorsi, e che ha coinvolto, tra gli altri, Gianpiero Bocci, Catiuscia Marini e Luca Barberini.
Ma il dibattito, molto vivace, è sul domani della Regione e sulle candidature alla presidenza. Il centrodestra è parecchio attivo. E già dando quasi per scontata la vittoria (sarebbe la prima volta nella storia dell’Umbria), si interroga sulla necessità di “fare bene” e presentare dirigenti competenti.
In questo senso si spiega la candidatura di Andrea Romizi ,appena riletto sindaco di Perugia, lanciata daFrancesco Calabrese , ex assessore della giunta Romizi e tra le anime di “Progetto Perugia”, la lista che il 26 maggio ha conquistato quasi il 15 per cento, e ora guarda al nuovo voto magari per trasformarsi in “Progetto Umbria”.
Per il centrodestra, sostiene Calabrese, Romizi sarebbe “la migliore scelta” perché “vincere le elezioni senza porsi seriamente il tema dell’effettivo livello di governo regionale che avremo messo in campo, una volta finito di stappare le bottiglie di spumante, è lo scenario peggiore del quale saremmo, a questo punto, noi i responsabili (continua a leggere sull’edizione digitale de La Voce).
Emilio Querini