Salvezza? Adesso parlarne in termini di certezza pressoché assoluta si può. Perché solo un suicidio calcistico potrebbe privare il Perugia della strameritata permanenza in serie A; perché il divario, di punti, di caratteristiche e di gioco, rispetto alle squadre più pericolanti appare nettissimo. La vittoria di Venezia ha messo tutti d’accordo: chi era scettico circa lo stato di forma e di grazia dei grifoni che prima della sfida in laguna avevano ottenuto solo quattro punti in cinque partite si è dovuto ricredere. E’ vero: i pochi punti erano stati accompagnati da prestazioni altalenanti, in trasferta addirittura inguardabili; ma per tornare sulla giusta via è bastato ritrovare la miglior serenità, anche se al prezzo di qualche mugugno per un ritiro galeotto (voluto dal presidente Gaucci) e per tensioni forse pure eccessive, ancorché dettate esclusivamente dalla paura di non farcela e dalla consapevolezza che questa squadra aveva ed ha le carte in regola per rendere molto di più di quanto non avesse fatto nelle ultime giornate. Con il Venezia già in gondola, destinazione serie B, la squadra di Serse Cosmi ha fatto capire che l’appannamento degli ultimi tempi in fondo era solo fisiologico, dopo una stagione condotta a ritmo sfrenato – per le proprie possibilità e caratteristiche – e sempre sulla cresta dell’onda. Nonostante qualche incertezza e la relativa difficoltà a sbloccare il risultato, il Perugia ha legittimato vittoria e tranquillità di classifica puntando sulla consueta forza del gruppo ben miscelata alle intuizioni dei singoli (i gol di Baiocco e Bazzani ne sono la testimonianza non casuale). Il quart’ultimo posto è infatti sufficientemente lontano: sei punti da Brescia e Udinese possono far dormire sonni decisamente tranquilli; un calendario sostanzialmente agevole (gare interne con il Bologna e la già retrocessa Fiorentina, inframezzate dalla trasferta di Bergamo) rappresenta il miglior cuscino per rendere il riposo ancor più confortevole. Già, perché di riposo, alla fine, ci sarà bisogno dopo un’annata di primo piano, in cui si è ripetuta la favola (è ancora lecito parlare di miracolo?) di mister Cosmi e di un pugno di “giocatori-scommessa” e in cui oltre alla salvezza c’è la possibilità anche di conquistare il record di punti (da 44 a 47 sulla carta) nella massima divisione e magari un posto nel torneo europeo Intertoto. Riposo per i diretti protagonisti delle domeniche su un rettangolo verde, ma non per la famiglia Gaucci che già da qualche settimana sta programmando il futuro, destinato nelle intenzioni ad essere ancor migliore del presente. Parecchi i nodi da sciogliere, anche se nelle ultime ore è arrivata la certezza più importante: Serse Cosmi, per bocca dell’amministratore delegato Alessandro Gaucci, sarà ancora il tecnico dei biancorossi, nonostante alcune richieste (ha un contratto con il Perugia per altri quattro anni, ma oggigiorno nel mondo del calcio è noto che tali vincoli sono fittizi). Una base di partenza fondamentale, sia per il valore comprovato dell’uomo che dell’allenatore, che trascina con sé altre conferme: con il tecnico ponteggiano saldamente in panchina non dovrebbero esserci dubbi sulla conferma della rivelazione Bazzani, nonostante ci sia da risolvere a giorni la miliardaria comproprietà proprio con il Venezia; dell’inossidabile capitano Tedesco, cui Cosmi non vorrebbe mai rinunciare; del funambolico portiere Cordoba, sul quale il Perugia crede e vuole investire, anche se magari tra sei mesi o un anno lo cederà ad un grande club come politica societaria vuole con tutti i migliori, per rimpinguare le casse. Tre punti fermi su cui costruire la squadra del futuro, tenendo ben presente anche la potenziale conferma di molti giovani (a cominciare da Gatti che se anche dovesse essere acquistato da una “grande” verrebbe parcheggiato per una stagione), di un campione che comincia a ritrovarsi come O’Neill, di perni come Milanese e Di Loreto. Impossibile dare credito alle mille voci di mercato che già impazzano, per esempio, partenze di Blasi e Grosso o di Zé Maria e Vryzas (queste le più probabili), arrivo del brasiliano Adriano e fantasioso ritorno di Liverani. La cosa certa è invece che i Gaucci dopo due salvezze bellissime, con Cosmi in panchina vogliono far proseguire il ciclo cercando di raggiungere ora qualche risultato in più. Tanto più che, sempre per bocca della società, ora la situazione economica è ripianata (il Perugia è una delle poche società in attivo) ed è stato annunciato che si potrà puntare anche a spendere qualche “soldino” per qualche giocatore di maggior peso contrariamente al “proibizionismo” e alla morigeratezza finora praticati. Le grosse manovre, insomma, sono appena iniziate. C’è il campionato da chiudere nel migliore dei modi, è vero, ma è inutile negare che la testa è già altrove. Tra le speranze e, finalmente, il beneplacito dei tifosi. Per una sorta di viaggio che sembra puntare al ritorno al Perugia-isola felice di metà anni Settanta.
Raggiunta la (quasi) salvezza il Perugia guarda al futuro
Dalla riconferma di Cosmi al ritorno di Liverani: per un "nuovo" Perugia dei miracoli
AUTORE:
Francesco Bircolotti