‘Ragazzate’ pericolose

Spoleto. L'arresto dei cinque giovani anarchici

Sconcerto a Spoleto per l’arresto di cinque giovani facenti parte del gruppo anarchico – insurrezionalista ‘Coop/Fai contro ogni ordine politico’, aderente alla Federazione anarchica informale. Michele Fabiani (20 anni, figlio del consigliere comunale Aurelio), Andrea Di Nucci (20 anni), Dario Polinori (20 anni), Damiano Corrias (25 anni, appassionato di restauro del libro), Fabrizio Roscini Reali (42 anni, figlio dell’ex comandante della polizia municipale di Spoleto) sono accusati, tra l’altro, di aver incendiato alcuni cantieri edili nel centro di Spoleto, di detenere illegalmente munizioni, di aver annunciato l’avvelenamento di alcuni prodotti alimentari alla Coop di Spoleto, di aver formulato minacce gravi al Sindaco e ad alcuni carabinieri. Tre di essi sono accusati di aver inviato, l’estate scorsa, una lettera con proiettili alla presidente regionale Lorenzetti. L’arresto è avvenuto dopo mesi di pedinamenti e intercettazioni telefoniche dei cinque, che si riunivano per progettare i loro piani in un bosco nelle vicinanze della città. Il fermo, da parte del Reparto operativo speciale (Ros) dei carabinieri, è avvenuto all’alba di martedì 23 ottobre. L’indagine è condotta dal procuratore di Perugia, Nicola Miriano, e da Manuela Comodi, sostituto procuratore. Venerdì 26, forse, il primo interrogatorio dei giovani spoletini. Il gruppo, è stato detto nella conferenza stampa in Procura, era una cellula ‘in fase di crescita, ma già strutturata, in grado di compiere azioni’. Ora volevano dimostrare sul campo le capacità acquisite. Di parere diverso, naturalmente, i genitori degli arrestati, in particolare Aurelio Fabiani, padre di Michele e consigliere comunale nelle file del Partito comunista per i lavoratori, che ha scelto di indire una conferenza stampa, in concomitanza con quella in Procura, per spiegare la sua versione dei fatti. ‘Dietro il fermo di questi giovani c’è un motivo politico – sostiene Fabiani – e lo vedo nelle accuse attribuite ai ragazzi, che sono piccole rispetto allo spiegamento di forze usato per arrestarli. Non posso non domandarmi perché sia stata messa in piedi questa operazione militare, ma anche mediatica. Evidentemente qualcuno viene rafforzato da questo tipo di operazione. La situazione di cinque ragazzi di 20 anni e quello che viene loro attribuito, che uno potrebbe definire ragazzate, a chi serve? Serve a fare giustizia o serve perché chi governa il Paese e la nostra Regione ora si sente più rafforzato nella lotta al terrorismo che non esiste? Questa è la questione’. Umori diversi, invece, nelle strade di Spoleto. C’è chi ha accolto la notizia con dolore, non credendo alle accuse formulate ai giovani. C’è anche chi, però, è seriamente preoccupato dell’accaduto e, come ha fatto notare un cittadino: ‘Come si può dire non è vero, quando la Procura ha stilato cinque pagine di accuse?’. Spoleto, abituata a finire sulla stampa nazionale per la sua vocazione culturale, attende che la magistratura faccia chiarezza.

AUTORE: Francesco Carlini