In Umbria sta prendendo sempre più consistenza la comunità degli ucraini di rito greco-cattolico. A Spoleto, Perugia e Terni si ritrovano una volta la settimana per la celebrazione della messa nel loro rito. Un giovane sacerdote, don Igor Krupa, che vive a Spoleto, segue le tre comunità. È stato mandato appositamente dalla Chiesa ucraina. Domenica 31 gennaio l’arcivescovo Renato Boccardo ha fatto visita alla comunità ucraina della città del Festival e ha presieduto la messa nel rito greco-cattolico. Ma chi sono e cosa fanno questi ucraini? L’85% sono donne e lavorano nella nostre case come “badanti” per gli anziani, come collaboratrici domestiche. Gli uomini sono muratori, operai ecc. La domenica mattina hanno l’appuntamento fisso della messa. Si ritrovano dinanzi alla chiesa di S. Domenico a Spoleto prima della celebrazione per salutarsi, per assaporare il gusto della loro lingua, per sentirsi, anche se solo per due ore, in famiglia. Poi, si va in chiesa per allestire l’aula liturgica così come previsto dal rito: icone ai lati dell’altare, stendardi lungo le navate, abiti tradizionali ucraini da far indossare ai giovani. È un momento di festa e lode a Dio. I loro volti sono distesi, sorridenti, accoglienti, liberi dalle fatiche settimanali. Alcune signore portano anche gli anziani a cui fanno assistenza. In don Igor vedono una guida spirituale salda, un punto di riferimento imprescindibile. Molti di loro faticano ad ambientarsi in Italia: sono angosciati, annoiati e depressi. Sentono la lontananza dal loro Paese, dagli affetti più cari. Però tengono duro, vanno avanti per garantire un futuro migliore ai loro figli, per mantenerli agli studi in uno Stato, l’Ucraina, dove è tutto a pagamento. E per loro il sacerdote non è solo colui che celebra la messa, ma è lo psicologo, l’amico, la persona con cui parlare e stare. Don Igor lo sa bene, e più tempo passa e più si rende conto di quanto la sua missione in Umbria sia importante. Anche mons. Boccardo lo ha capito, manifestando la vicinanza della Chiesa spoletina alla comunità ucraina. “Vi auguro – ha detto – di trovavi bene a Spoleto, di poter vivere in un ambiente sereno e accogliente, pur nella sofferenza della lontananza da casa. La nostra diocesi è aperta: sappiate che siete a casa vostra, non siete ospiti”.
“Qui siete a casa vostra”
L’Arcivescovo visita la comunità ucraina dei cattolici di rito bizantino, composta in gran parte da badanti
AUTORE:
Francesco Carlini