Un connubio perfetto tra arte sacra antica e contemporanea. Una prospettiva davvero interessante, entusiasmante e convincente quella che si presenta nel Museo di San Pietro, situato nell’omonima piazza, collocato all’interno dell’antica abbazia benedettina di Assisi. Siamo entrati in questo luogo a colloquio con il direttore, Zeno Zoccheddu, con il quale abbiamo effettuato una sorta di passeggiata tra le innumerevoli sale del museo. Qual è la storia di questo museo? ‘Il luogo che accoglie il museo non è un posto qualsiasi, si tratta dell’abbazia benedettina di San Pietro. Inizialmente, la mia idea era quella di mostrare le bellissime architetture benedettine, di far vedere alla gente questo meraviglioso spettacolo, ma vista l’affluenza di persone che giungeva a visitare questo luogo, ciò mi ha condotto a pensare di creare appositamente un museo e coniugare l’antico con la contemporaneità. La Soprintendenza ai beni storico-artistici, in primo tempo, non aveva accolto questa mia idea, poiché le opere contemporanee potevano ‘disturbare’ l’ordine dell’abbazia. Superate, comunque, le prime reticenze, il museo è stato costituito nel 2002 nei saloni del fondo antico di San Pietro che, grazie ai monaci benedettini, è stato aperto al pubblico per continuare il percorso che lega indissolubilmente san Benedetto a san Francesco di Assisi. Prima di entrare nella descrizione del museo stesso, è importante delineare a grandi linee la storia di questa abbazia. La chiesa, che apparteneva alla comunità benedettina, passò dalla riforma cluniacense a quella cistercense. L’edificio attuale fu consacrato nel 1253 da Innocenzo IV. Sotto l’altare maggiore vi è la cripta alto medievale, che conserva le spoglie di san Vittorino martire, secondo vescovo di Assisi e coprotettore della città’. Com’è articolato il museo? ‘Il museo si compone di 1.100 mq di superficie ed è uno spazio multifunzionale. All’interno di questo, sono presenti sia opere in pianta stabile sia lavori che vengono allestiti in occasione di mostre. Infatti, visitandolo, si possono notare le molteplici stanze: la ‘Sala della cantina’ che, con il tunnel, collegava l’abbazia alla parrocchia; la ‘Sala delle granaglie e della falegnameria’ adibita a grandi mostre; nella ‘Sala del norcino e dell’erborista’ è presente la collezione dei Benedettini con il Trittico di Matteo da Gualdo; la ‘Sala del molino e dell’olio’; quella ‘del pozzo’ dove si può ammirare la collezione delle ceramiche su san Francesco e il presepe e i progetti in ceramica di autori provenienti da diverse parti del mondo, tra cui Giacomo Soffiantino, Roberto Barni, Agenore Fabbri, Carol Dodo, Ioaquin Roca Rey, Salvador Dalì con due opere in maiolica, Aligi Sassu e quadri di Achille Funi e Giacomo Balla. Oltre ciò, si può osservare un arco romano e un pozzo del I secolo; nella ‘Sala dei Caratelli del vin santo’ si proiettano i filmati delle opere in mostra’. Com’è possibile portare l’arte sacra contemporanea in un’abbazia benedettina? ‘Il legame che esiste tra antico, moderno e contemporaneo è indiscusso, non possiamo pensare che le opere di impronta moderna e contemporanea non abbiano un collegamento con il passato. Spesso l’arte contemporanea è soggetta a critiche, come se essa perdesse nel suo confronto con le opere antiche e classiche, ma a mio avviso non è così. Un artista si definisce tale se nella sua opera si può leggere il suo percorso, la sua storia e se in essa si riflette qualcosa di nuovo e di originale. Per questi motivi, ho ritenuto culturalmente valido che il fondo antico di questa abbazia potesse accogliere il progetto museale’.
Qui si osano abbinamenti surreali
Assisi. Al Museo dell'abbazia di San Pietro insieme l'arte antica e la contemporanea
AUTORE:
Ombretta Sonno