L’altra sera c’era in tv Ballarò. Forse è stato Maurizio Crozza a dissuadermi dal vederlo. Floris il suo compitino lo fa con garbo, ma la prolusione di Crozza è di un’insipienza politica seconda solo a Striscia la notizia. “Insipienza”: manca quel sale grazie a cui la pietanza ammannita s’insaporisce (sapit) sul piano propriamente politico. Sul piano aneddotico o su quello dei giochi di parole Crozza è forte e Striscia la notizia fortissima; in più, rispetto a Ballarò, Greggio e Iachetti ridono, ridono fin dalla notte dei tempi, come Simona Ventura, ma sul piano dell’aneddoto scandaloso realizzano scoop grandiosi. Però sul piano della politica… tutto quello che hanno saputo criticare nel Presidente del Consiglio è stato… il mascara: l’hanno chiamato “Il Cavaliere mascarato”. Se questa è satira politica… Quanto a Crozza, avete mai visto una satira politica che non irrita nessuno e fa sorridere tutti, ma proprio tutti? Gnazio n. 1 (La Russa) e Gnazio n. 2 (Marino), D’Alema e la Santanché, Bocchino e Di Pietro. Solo Ghedini e Capezzone non ridono. Lasciamoli perdere, Striscia e Crozza, una sera tanto. Zapping. E ne è venuto fuori un bel film, La camera del figlio di Nanni Moretti. Un figlio non dovrebbe mai morire prima del padre. Se poi ha 14 anni, è bello come un angelo, muore per una banalità mentre pratica lo sport che lo entusiasma… Nel film di Moretti, intorno alla camera del figlio rimasta vuota circola silenzioso un dolore intensissimo, ma leggero, come sospeso nell’aria. Solo l’arrivo della ragazzina che ha conosciuto Roberto per un giorno attenuerà la tragedia. E io, da buon vecchio che torna bambino, mi sono chiesto: “Ma neppure una parola di speranza cristiana?”. Me lo chiesi quando facevo il chierichetto con don Lorenzo, l’unica volta che una famiglia rifiutò il funerale religioso al suo defunto: “Ma gli dispiacerebbe proprio credere al Signore, che ci ha detto che la morte non è l’ultima parola, ma la penultima?”.Ne La stanza del figlio l’istanza vagamente religiosa appare appena, in questa famiglia per la quale la domenica non è il giorno della Parola e del Pane spezzato, ma il giorno della corsa campestre e delle immersioni subacquee. Durante la liturgia del commiato a Roberto, il prete sbaglia citazione evangelica (“Se il padrone sapesse quando viene il ladro non si lascerebbe scassinare la casa”: che c’entra?); e alla comunione il monotono riproporsi di “È il corpo di Cristo – Amen” cade sui volti inebetiti dei genitori e della sorella di Roberto. E quando i compagni di classe vogliono far celebrare una messa per Roberto, la sorella ne conviene dicendo ai genitori: “È la cosa meno triste”. È proprio vero che i Maestri del Sospetto hanno fatto terra bruciata.
Quella stanza
Abatjour
AUTORE:
A cura di Angelo M. Fanucci