Ad un anno dal terremoto che, accompagnato da un boato, il 15 dicembre 2009 aveva colpito Spina ed altre sei frazioni del Comune di Marsciano, la ricostruzione è ancora in alto mare. Non ci sono certezze sui fondi: i danni sono stati stimati dalla Protezione civile in circa 300 milioni di euro, ma al momento ne sono stati stanziati solo 15 per gli interventi di prima urgenza, ed altri 6 distribuiti per i prossimi due anni. “Uno stanziamento scandaloso, una misera concessione” si è indignato il sindaco di Marsciano Alfio Todini. Il sisma ha interessato un’area di 50 chilometri quadrati con una popolazione di quasi 3.000 abitanti. A Spina, ma anche a Sant’Apollinare, Mercatello, Monte Vibiano Vecchio e Nuovo, Pieve Caina, Castiglione della Valle e San Biagio, 168 famiglie sono rimaste senza casa. Gli sfollati sono 565, tra i quali anziani anche con gravi problemi di salute. Altre 600 persone – secondo il Comitato terremotati 15 Dicembre – hanno abitazioni parzialmente inagibili e vivono in situazioni di forte precarietà. Le ordinanze di sgombero sono state 705, ma gli edifici che hanno subito danni, anche solo parziali, sono più di mille. Tra questi chiese e ben sette scuole. Drammatica la situazione delle piccole aziende, in gran parte familiari: esercizi pubblici, laboratori, attività agrituristiche e perfino un frantoio. A Castiglione della Valle, ad esempio, sono chiuse otto delle 12 imprese esistenti, ed a Spina sono compromesse tutte le attività commerciali del borgo. Sono state riunite in un unico centro ma il comitato denuncia un’“aria di crisi generalizzata” perché i clienti sono sempre meno per il graduale spopolamento del paese. Molti abitanti infatti sono stati costretti a trasferirsi altrove. Il terremoto – sottolinea Ruggero Zaganelli, presidente del Comitato 15 Dicembre – non ha soltanto danneggiato case e negozi ma ha creato una “situazione di profonda difficoltà nel tessuto sociale di tutti i giorni”. Anche con qualche beffa. Accade infatti che chi ha scelto una sistemazione autonoma è costretto ad anticipare il pagamento dell’affitto di casa e si trova a pagare bollette più care per Enel, acqua e servizi vari, non potendo beneficiare delle tariffe per la prima casa. “Gesti chiari, espliciti e non equivoci” sono stati invocati in una lettera a tutti i parlamentari umbri dal Sindaco di Marsciano. Gli stanziamenti governativi – ha scritto Todini – “non consentono neanche quel minimo di programmazione degli interventi necessari a restituire una prospettiva di normalità a quella parte di territorio più duramente colpita”. I parlamentari umbri hanno presentato un ordine del giorno bipartisan per sostenere queste richieste, ed anche il Consiglio regionale in una delle ultime sedute ha approvato all’unanimità una mozione con la quale si chiedono al Governo “finanziamenti pluriennali adeguati per la ricostruzione, agevolazioni fiscali e contributive per privati ed imprese” e la “riduzione delle addizionali, delle imposte e di tasse e tributi di competenza della Regione”. “A 365 giorni da quel maledetto 15 dicembre – si legge sul sito internet Spinapaese a firma di Alessandro Fiorini e Silvano Angelini – la tragedia più grande è la consapevolezza che ancora oggi non si è fatto nulla per cancellare l’incertezza e i dubbi di quando si potrà mettere alle spalle questa tragedia umana”. Intanto però c’è anche qualche segnale di speranza: 38 aziende locali, che insieme offrono lavoro a 600 persone e con un fatturato annuo di 90 milioni, hanno dato vita al Corim (Consorzio ricostruzione Marsciano) per partecipare ai lavori della ricostruzione. La sede sarà proprio Spina, il paese simbolo di questo terremoto.
Quel maledetto 15 dicembre
SPINA un anno dopo: aziende chiuse, 565 sfollati, danni ingenti
AUTORE:
Enzo Ferrini