Una piccola storia, nel cuore del piccolo gruppo-famiglia al cui interno vivo. Protagonisti, in coppia, il meno dotato e il più dotato.Il meno dotato tra di noi è, per certi versi,’Franco, il ‘ragazzo’ di 44 anni che ebbi la fortuna di poter adottare 33 anni fa; la tetraparesi spastica, il ritardo mentale grave e la pronuncia fortemente disartrica di norma impediscono alla sua straordinaria sensibilità di emergere, la bloccano in profondità. Ma a volte la spinta di umanità compressa che alberga nel profondo della sua umanità in lui non solo emerge, ma esplodeIl più dotato è Igor, 9 anni; con i suoi genitori vive anche lui nel mio gruppo; bello come un piccolo Lord inglese fine ‘700; occhi chiari che sprizzano sana curiositas sotto il caschetto biondo dei capelli. Capricci? Mai più di 17 secondi; in continuo dialogo con i genitori, stile ‘Gesù nel tempio’. Era il 22 maggio, e una nostra operatrice, Tatiana, terminava il suo impegno lavorativo con noi, per dedicarsi a dei bambini emarginati in una realtà di servizio diversa dalla nostra. ‘Se ne va’. ‘È l’ultimo giorno’. ‘Ci verrà a trovare ogni tanto?’: Franco aveva assorbito in silenzio, per tutta la giornata, discorsi del genere. Ed era triste, tristissimo. Venne il momento dello spumante, e dell’ennesima crostata della Gianna, ennesimo record di bontà. ‘Tanti auguri a te’: solito conflitto di tonalità incompatibili che però alla fine ci arrivano lo stesso. Igor con la sua cornetta eseguì gli squilli con i quali il giorno dei Ceri, all’inizio dell”alzata’, le chiarine annunciano l’arrivo del’Vescovo; un’ottava sotto, certo, perché la capienza polmonare di un bambino di 9 anni non permette di più.A questo punto Franco è scoppiato a piangere. Un pianto irrefrenabile, singhiozzi, lacrime grosse come gocce d’acqua. Rincicolito sulla sua carrozzina, squassato dai singhiozzi. Come mai? La risposta è venuta fuori pian piano: perché nella sua estrema semplicità Franco non accetta che uno parta, che se ne vada, che non ci sia più. ‘Partire è un po’ morire’: a Franco non piace molto quell”un po”.Ma a questo punto è scoppiato a piangere anche Igor. ‘Ma che fai? Ma perché?’. Igor s’è stretto nelle spalle; ha negato con la testa, continuando a piangere. Il più intelligente ha recepito la verità del meno attrezzato, e se ne è lasciato coinvolgere. ‘ Ti ringrazio, Signore, perché queste cose le hai rivelate solo ai piccoli: in quel momento m’è venuta su dal cuore la più bella preghiera del Maestro. Quei singhiozzi.
Quei singhiozzi
AUTORE:
Angelo M. Fanucci