L”Unione di centro’ dà più garanzie ai valori della cultura cattolicaC’è spazio per esercitare un ruolo politico tra Popolo della libertà e Partito democratico? I due schieramenti maggiori si fronteggiano invitando a non disperdere il voto verso i cosiddetti ‘piccoli’: come l’Unione di centro, la formazione guidata da Pierferdinando Casini, che, dopo aver rifiutato la fusione con il Pdl, ha deciso unire le forze tra l’Udc e il movimento di Savino Pezzotta. L’operazione trova convinto Pasquale Caracciolo, per anni responsabile dell’ufficio diocesano e regionale per la Pastorale sociale e il lavoro, che oggi ricopre l’incarico di presidente dell’Acradu (Associazione cattolica delle residenze anziani e disabili dell’Umbria). ‘Votare l’Unione di centro mi dà maggiori garanzie perché c’è un maggiore rispetto dei valori che si rifanno alla cultura cattolica – dice Caracciolo. – Gli altri schieramenti non hanno la stessa attenzione riservata dall’Unione di centro su questi temi. Voterò l’Unione di centro anche perché ci sono personaggi come Pezzotta che si è impegnato per tutta la vita per favorire la crescita sociale dell’Italia’. Ma non è solo il richiamo ai valori cattolici a indirizzare Caracciolo verso il voto per l’Unione di centro. ‘C’è una valutazione strategica che spiega il mio orientamento ‘ osserva ‘ perché si può ricostituire un’area di centro. Non sono stato mai convinto di un quadro politico nazionale contrassegnato dal bipolarismo tra destra e sinistra. Non mi sembra proprio che abbia rispettato la cultura storica e sociale del nostro Paese. Ecco perché sarebbe interessante la formazione di un’area di centro proprio ora in un contesto di evoluzione politica. Il sistema bipolare, dal 1994 ad oggi, non ha avuto l’effetto che si voleva far immaginare. La governabilità non c’è stata, anche per la frantumazione dei partiti. Naturalmente il tentativo di creazione di quest’area di centro deve avere un riscontro numerico di un certo tipo’. Anche per incidere sulle riforme istituzionali e sul cambiamento della legge elettorale. ‘Si tratta di una legge elettorale che si pone ai limiti della democrazia ‘ afferma ‘ perché si può scegliere solo il simbolo. È la peggiore che sia stata mai applicata. Basta ricordare come l’hanno giudicata gli stessi autori’.Caracciolo ritiene che un’affermazione dell’Udc possa contribuire ‘ad una riforma elettorale, secondo il modello tedesco con uno sbarramento al 5 per cento per entrare in Parlamento. Oppure si potrebbe adottare una soluzione come quella per le elezioni dei Comuni sopra i 15 mila abitanti, che ha dato positive risposte per la governabilità’. Per il presidente dell’Acradu la legge elettorale non può essere disgiunta ‘dal superamento del bicameralismo e la conseguente riduzione dei parlamentari. Sono queste le ragioni per cui voterò l’Unione di centro’. ‘Voto Pd perché è un soggetto nuovo e affidabile per il Paese’ Il prof. Giancarlo Pellegrini, docente di Storia contemporanea alla facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Perugia, spiega i motivi che lo porteranno a votare per il Pd. ‘Come cattolico, che per mestiere ha studiato la politica e che per passione ha vissuto dentro la politica (sono stato iscritto alla Dc dal 1960 sino alla sua fine nel 1993), mi preoccupo che siano garantite nel Paese le condizioni di democrazia, di libertà. In questo scenario voterò per il partito e per gli uomini che ritengo i più credibili ai fini del mantenimento di quel quadro di garanzie appena richiamate. Voterò per il Pd, perché è l’unico soggetto politico nuovo in questo scenario politico italiano davvero complicato. Il Pd è un partito che è stato costituito dopo un lungo dibattito, che è un po’ la sintesi dell’esperienza dell’Ulivo degli ultimi anni. Un partito plurale che nasce dal confronto fra diverse culture politiche (quella cattolico-democristiana e quella laica di sinistra), ma che pone a suo fondamento l’ispirazione etica e culturale che è alla base della nostra Costituzione repubblicana. Voterò per il Pd perché ha avuto il coraggio di presentarsi all’elettorato pressoché da solo, separando le proprie sorti da quelle della sinistra radicale e perché si presenta con candidati credibili (non collusi e non aventi carichi penali pendenti) e in parte nuovi. Voterò per il Pd perché ritengo che le componenti Ds e Margherita abbiano dato un apporto serio e convincente alla politica del governo Prodi, il quale, benché condizionato dal grave limite della frammentazione perché composto di troppi soggetti politici differenti, ha avuto il merito di rimettere ordine ai conti economici dello Stato, di lottare abbastanza efficacemente contro l’evasione fiscale, di ridare all’Italia un importante ruolo internazionale, oltre che avviare sul piano interno un dialogo con le parti sociali sulle pensioni, sulla precarietà del lavoro, sulla disoccupazione. Sul versante opposto voglio precisare che non voterò per il Pdl, perché la mia coscienza di cattolico e la mia formazione politica mi impediscono di aderire a un partito che è asservito al suo leader e porta avanti la politica da questi voluta, senza che al suo interno vi sia quella dialettica ritenuta essenziale in Occidente per un partito normale. Di più, la mia coscienza di cattolico mi vieta di dare il voto a chi, come Berlusconi, ha governato mirando essenzialmente a fare i propri interessi, a cancellare con leggi quei reati per i quali avrebbe potuto essere condannato, a gestire in maniera populistica il potere producendo spaccature nel corpo sociale’. ‘Il Pdl tutela i miei valori’ specialmentela famigliaSemplificare la vita politica italiana attraverso fusioni, per evitare la frammentazione del quadro politico che ha messo ostacoli sempre più forti: la scelta di dare vita al partito del Popolo della libertà, unendo Forza Italia e An, trova il pieno consenso di Rolando Tassini, segretario del Forum delle famiglie dell’Umbria, che spiega perché darà il suo voto al Pdl. ‘Voglio fare una premessa: i cattolici sono presenti in tutti gli schieramenti – dice Tassini -; la mia scelta parte dal nome del partito, Partito della libertà. Questo nome garantisce che i miei valori vengano tutelati nel modo più ampio’. Il segretario del Forum delle famiglie umbre sottolinea di aver votato ‘sin dal 1994 per Forza Italia e ho sempre mantenuto questo voto. Ora sceglierò il Pdl, anche contro la frammentazione politica, dove porta alla nascita di tanti partiti. Inoltre il Pdl ha nel suo programma la difesa della famiglia, che costituisce una priorità’. Mentre molti criticano la legge elettorale, Tassini la considera un esempio di semplificazione della politica: ‘Con la presenza delle preferenze di un tempo, tutto era più dispersivo. Le candidature erano calate dall’alto dai partiti senza che la società civile potesse esprimere compiutamente la propria voce’. La sua scelta viene rafforzata dalla presenza di personaggi del mondo cattolico come Formigoni e Giovanardi nelle fila del Pdl. ‘È stata importante anche la nascita di questo partito, frutto della fusione tra FI e An. Ha semplificato la situazione: è una cosa ben fatta perché si basa su valori condivisi’. Sul fronte delle candidature in Umbria, Tassini ritiene fondamentale la presenza dell’ex comandante generale della Guardia di finanza, Roberto Speciale. ‘Senza far torto a nessuno, si tratta di uno scatto in avanti per l’Umbria, perché c’era bisogno di una persona preparata che prendesse in mano la situazione. È un uomo di notevole esperienza, che si metterà a disposizione del popolo umbro’. Il voto al Pdl parte anche dalla consapevolezza di ‘voler ridurre i costi eccessivi della politica, che deve essere al servizio del cittadino, non certo il contrario’. Il voto al Pdl rappresenta anche una risorsa per il territorio. ‘C’è bisogno di un nuovo modello di sviluppo ‘ sostiene Tassini ‘ perché anche nella nostra regione c’è bisogno di un cambiamento. L’Umbria è piccola ma rischia di diventare sempre più marginalizzata. È vero che è terra di santi, ma non può rimanere solo un luogo dove visitare le bellezze artistiche’. Il segretario del Forum delle famiglie dell’Umbria ritiene che un voto al Pdl ‘possa consentire di mantenere la nostra identità, basata su radici cristiane, che invece stiamo perdendo sempre più in Europa’. ‘Il voto utile? È solo quello dato a Pd o Pdl’ La campagna elettorale si è caratterizzata per alcuni slogan, tra i quali ‘un voto utile’ è stato tra i più citati. Anche perché, prima che venisse bloccata la diffusione dei sondaggi nell’imminenza del voto, le indicazioni dei potenziali elettori attribuivano un’alta percentuale agli indecisi, per non parlare del numero indecifrabile degli astensionisti. In questa situazione di incertezza, Luca Diotallevi, che insegna Sociologia alla Terza università di Roma, pur non avendo deciso ancora per chi votare, dà un’indicazione precisa: ‘Non votare per i ‘piccoli’ ‘ dice Diotallevi ‘ e neanche per i centristi. Escludiamo in partenza le formazioni politiche ‘estremiste’. Bisogna poi distinguere tra l’elettore, che è centrale, rispetto al politico centrista, pronto a vendere il consenso al maggiore offerente. L’elettore centrale sceglie ma il politico centrista lo rappresenterebbe nel peggior modo’. Va indicato dunque – secondo Diotallevi – uno dei due schieramenti maggiori. Ma questa legge elettorale consente la scelta del cittadino? ‘No, riduce al minimo il potere elettorale del cittadino ‘ risponde Diotallevi ‘ ma occorre sgombrare il campo dalle illusioni. Pensare che la reintroduzione della preferenza possa costituire una possibilità di scelta da parte dell’elettore è solo un’illusione, perché comunque la composizione delle liste sarebbe affidata ai partiti. Si sceglie solo con la legge maggioritaria quando i candidati, selezionati con primarie ‘vere’, si affrontano tra di loro, anche con un doppio turno. Solo in questo modo il politico eletto, frutto di un consenso effettivo, viene vincolato a rendere conto del proprio operato di fronte agli elettori che lo hanno scelto’.
Quattro testimonial per un voto
Quattro personaggi del mondo culturale e dell'associazionismo cattolico ci dicono chi votano e perchè
AUTORE:
interviste a cura di Romano Carloni