Caro don Verzini, come possiamo vivere meglio la Quaresima? Ma anzitutto, che senso ha questo tempo liturgico? Come mai ha una durata di quaranta giorni?
T. M. Perugia
Caro lettore, intorno alle grandi festività cristiane, nel corso dei secoli si sono venuti a formare dei tempi, comunemente detti “forti”, che in qualche maniera ci preparano a vivere e attendere il Mistero di salvezza che riviviamo nella celebrazione. Anche la Quaresima si venne a formare nei primi secoli di vita della Chiesa, anzitutto come tempo di preparazione al battesimo, sacramento che veniva celebrato nella Veglia pasquale.
Il tempo di Quaresima, come lo stesso nome suggerisce, ha una durata di quaranta giorni, partendo dal Mercoledì delle ceneri fino ad arrivare al Sabato santo, escludendo le domeniche. Il numero 40 nella simbologia biblica indica un tempo sufficiente, un tempo completo, e ritorna più volte nella narrazione della Bibbia: quaranta giorni di diluvio al tempo di Noè, quaranta anni di peregrinazione del popolo d’Israele nel deserto, quaranta giorni Mosè stette sul monte Sinai, quaranta giorni Gesù nel deserto. Già da qui comprendiamo come la Quaresima ri- sulti essere il tempo opportuno per la conversione, la purificazione, la preparazione a vivere e celebrare il Mistero della nostra salvezza.
La stessa liturgia, anche storicamente, ci suggerisce come poter vivere al meglio questo tempo. Infatti la Quaresima si venne a formare anzitutto come il tempo di preparazione per i catecumeni ai riti di iniziazione cristiana che si celebravano la notte di Pasqua.
Questa preparazione “prossima” al battesimo – ultima tappa della preparazione “remota”, che poteva durare anni – era caratterizzata dall’ascesi e da momenti catechetici e rituali: digiuni, elemosine, preghiera, esorcismi, scrutini, catechesi impartite dal vescovo, ecc.
Pur scomparendo piano piano, dal IV secolo, il catecumenato degli adulti così formulato (ripreso solo dopo la riforma liturgica voluta dal Concilio Vaticano II) non è scomparso il tempo forte che precede la Pasqua, e che del catecumentato conserva il forte appello alla conversione e all’accoglienza della vita nuova in Cristo. Se prendiamo infatti alcuni testi della liturgia, vediamo che la Quaresima è segno sacramentale della nostra conversione, caratterizzato dall’antica triade formata da digiuno, preghiera e opere di carità fraterna.
Dunque essa è il “tempo opportuno” che ci prepara ad accogliere il dono della salvezza scaturito dal Mistero di passione, morte e resurrezione di Gesù.