Quaranta rose bianche

GUBBIO. La annuale cerimonia di commemorazione dei 40 Martiri del giugno 1944
Un momento della commemorazione
Le celebrazioni all’interno del Mausoleo dei 40 Martiri a Gubbio

Non un semplice rituale, ma l’occasione per meditare e riflettere su un episodio da non dimenticare, anzi da tener vivo e da trasmettere alle generazioni più giovani per alimentare la cultura della pace, della tolleranza, della convivenza tra i popoli.

Ancora una volta è stato questo il filo conduttore delle celebrazioni a Gubbio per il 71° anniversario dell’eccidio dei 40 Martiri (22 giugno 1944), che hanno avuto il loro riferimento nel Mausoleo costruito sul luogo stesso del massacro compiuto dalle truppe tedesche: spietata rappresaglia per quanto avvenuto due giorni prima quando nell’allora bar Nafissi di corso Garibaldi venne ucciso un ufficiale medico tedesco e ferito un altro militare.

La cerimonia, coordinata dal presidente dell’Associazione famiglie 40 Martiri, Marcello Rogari – presenti il sindaco Filippo Stirati, la presidente della Regione Catiuscia Marini, il vicario vescovile mons. Fausto Panfili, rappresentanti delle forze armate, dei Comuni del comprensorio, delle associazioni d’arma e combattentistiche -, nella parte iniziale ha avuto i giovani come protagonisti.

Dapprima il Consiglio comunale dei ragazzi ha depositato mazzi di fiori sul muro della fucilazione; quindi gli allievi e allieve della V B delle elementari di via Perugina (insegnante Roberta Lattuada) hanno recitato e cantato la poesia Quaranta rose bianche, opera di Tonino Menichetti, messa in musica da Nicola Conci.

Subito dopo, gli interventi delle autorità. Rogari ha indicato nella “cultura della memoria l’anticorpo della violenza”, mentre il sindaco Stirati ha definito la “vicenda dei 40 Martiri parte costitutiva di un patrimonio da trasferire alle nuove generazioni”. “Sono trascorsi 71 anni da quel terribile 22 giugno – ha esordito la Marini -, ma il ricordo di quella strage è ancora forte e indelebile nella coscienza civile di tutti noi, consapevoli che proprio il sacrificio di queste vittime innocenti ha consentito la nascita della Repubblica italiana e l’affermazione di princìpi fondamentali della nostra democrazia, come pace e libertà.

L'omaggio floreale
L’omaggio floreale

Princìpi che soprattutto oggi, quando in diverse parti del mondo e della nostra Europa soffiano venti di guerre e violenza e si affermano culture basate su odio, razzismo e discriminazione, assumono una ancor più forte attualità”.

Tra i presenti Antonio Marionni, all’epoca giovane seminarista che fece da interprete al vescovo Ubaldi, il quale aveva provato in tutti i modi a scongiurare l’eccidio, arrivando a offrire la sua vita in cambio di quella degli ostaggi.

 LE VITTIME

G iuseppe Allegrucci, Carlo Baldelli, Virgilio Baldonio, Sante Bartolini, Enea Battaglini, Ferdinando e Francesco Bedini, Ubaldo Bellucci, Cesare, Enrico e Giuseppe Cacciamani, Gino Farabi, Alberto Felizianetti, Francesco Gaggioli, Miranda e Zelinda Ghigi, Alessandro Lisarelli, Raffaele Marchegiani, Ubaldo Mariotti, Innocenzo Migliarini, Guerrino e Luigi Minelli, Franco e Luigi Moretti, Gustavo Pannacci, Marino Paoletti, Attilio Piccotti, Francesco Pierotti, Guido Profili, Raffaele Rampini, Nazzareno Rogari, Gastone Romanelli, Vittorio Roncigli, Luciano Roselli, Domenico e Francesco Rossi, Enrico Scarabotta, Giacomo Sollevanti, Luigi Tomrelli, Giovanni Zizolfi.

 

AUTORE: Giampiero Bedini