La ciminiera della centrale Enel di Pietrafitta, mai utilizzata, è stata distrutta con l’esplosivo al secondo tentativo. Si è chiusa in maniera paradossale una vicenda altrettanto paradossale. La ciminiera, realizzata per utilizzare carbone, non ha mai funzionato. Molti affermano che è costata trenta miliardi, l’Enel parla invece di una spesa ridotta di un terzo. Comunque è stata abbattuta perché ormai inutile. L’Enel ne costruirà una più bassa, poco più della metà rispetto ai 140 metri di quella sbriciolata dalla dinamite) per un impianto a ciclo continuo, alimentata a metano, nell’ambito della nuova centrale il cui completamento è previsto per il prossimo anno. In qualche caso succede che le esplosioni per distruggere un manufatto (come per gli ecomostri del sud) facciano cilecca. Ma certo l’inconveniente accaduto a Pietrafitta ha provocato più di un sorriso, anche se amaro. Perché fa pensare alla storia di questa ciminiera, realizzata nel 1992, che è andata di pari passo con le vicissitudini della centrale, oggetto di tanti proclami per lo sviluppo della Valnestore ma soprattutto di progetti miliardari che si sono rivelati fallimentari. L’abbattimento della ciminiera ha immediatamente provocato una serie di polemiche sul passato e sul futuro della centrale. Il senatore Maurizio Ronconi ha accusato i vertici dell’Enel per la spesa di decine di miliardi pubblici per una struttura, prima realizzata, mai utilizzata, e poi abbattuta perché ritenuta inutile. “Ne dovranno rispondere in sede penale e contabile”, ha annunciato il senatore che ha ricordato la spesa ingente anche per la sua distruzione e la sostanziale fretta per la demolizione che non avrebbe permesso una precisa conoscenza della vicenda al nuovo governo. La presidente della Giunta regionale, Maria Rita Lorenzetti, ha replicato con forza a Ronconi che aveva parlato di “comportamento grave della presidente che solo a poche settimane dalla firma di un protocollo d’intesa con l’Enel non assume alcuna posizione”. Secondo la Lorenzetti “è davvero insopportabile l’atteggiamento del senatore Ronconi che non perde occasione di dimostrare quanto egli non tenga a cuore le esigenze di interesse generale della nostra regione, preferendo invece intervenire su tutto al solo scopo di alimentare la cultura del sospetto e della diffidenza”. La Lorenzetti ha sottolineato, tra l’altro, che “la lunga storia di questa centrale, iniziata 25 anni fa, è ricca di investimenti che nel tempo sono risultati inutili”. Ma la Lorenzetti tiene a precisare che “la centrale di Pietrafitta è e resta un’occasione di sviluppo della Valnestore e dell’Umbria. Vogliamo anche affermare che proprio l’abbattimento della ciminiera è il segno che l’Enel sta proseguendo nella realizzazione definitiva del nuovo progetto della centrale”. E’ di tutt’altro avviso Ada Spadoni Urbani, consigliere regionale di Fi, che mette in dubbio la reale volontà dell’Enel di realizzare, dopo ricorsi, ritardi e ripensamenti, un nuovo impianto nella zona. “Siamo davvero certi – ha chiesto in un’interrogazione – che una società privata come è adesso l’Enel, porterà avanti la scelta di Pietrafitta? “Invece diattardarsi su obiezioni definite utili ad alimentare la cultura del sospetto, la presidente dica la verità su Pietrafitta, ammesso che la conosca”. La ciminiera non c’è più ma le sue macerie provocheranno ancora polemiche.
Quali sono i veri progetti dell’Enel?Ronconi attacca. Lorenzetti si difende
Centrale elettrica di Pietrafitta: abbattuta la ciminiera mai utilizzata
AUTORE:
Romano Carloni