“Si tratta di un’opera senza precedenti, sia per la novità dell’impostazione che per l’ampiezza dell’analisi storiografica, destinata a divenire un modello di riferimento per tutta la ricerca sul monachesimo italiano e la storia locale dell’Umbria”. Viene presentata così da Nadia Togni, ricercatrice all’Università di Ginevra, l’ultima fatica letteraria di padre Giustino Farnedi, abate emerito dell’abbazia di San Pietro di Perugia, dal titolo L’abbazia di San Pietro in Perugia e gli studi storici, risultato di sei anni “da certosino” lavoro nell’archivio dell’abbazia. A Nadia Togni si deve invece tutta la parte dedicata agli indici.
L’abbazia benedettina di San Pietro di Perugia
Si tratta dunque della più dettagliata e completa storia dell’abbazia del capoluogo umbro, una delle fondazioni monastiche più antiche e prestigiose di tutta l’Italia centrale. Fondata nel 966 dall’abate Pietro, nel corso della sua storia più che millenaria giunse a costituire un vastissimo patrimonio fondiario lungo la Media Valle del Tevere, sul quale vivevano più di 500 famiglie e sorgevano 20 parrocchie amministrate dall’abate.
Fonte principale alla quale l’autore attinge per questa magistrale opera storiografica è l’archivio storico, del quale egli stesso è direttore e conservatore. Nell’archivio è possibile trovare bolle pontificie, diplomi imperiali, documenti giuridici, le Cronache del monastero, la documentazione economica e finanziaria, le carte topografiche e le mappe, che documentano dettagliatamente le vicende storiche dell’abbazia e l’attività della comunità monastica attraverso i secoli.
“Nel corso degli anni sono state molte le persone che sono venute nel nostro archivio per fare delle ricerche e delle pubblicazioni – spiega padre Farnedi. – Essendo in corso l’inventario moderno della Soprintendenza archivistica dell’Umbria, ho pensato di fare una ricerca su tutti quelli che hanno scritto sull’archivio e pubblicato dall’archivio”.
La prima parte dell’opera
La prima parte dell’opera è la storia di San Pietro, dell’archivio e degli archivisti che si sono succeduti, l’ultimo dei quali, ricordiamo, fu don Costanzo Tabarelli, una figura nota a tutti gli storici e i ricercatori che hanno trovato in lui, per lunghi anni, una guida e un ispiratore sempre pronto e disponibile. “Attraverso la rilettura e i confronti tra bolle pontificie e diplomi imperiali – spiega padre Farnedi – provenienti dall’Archivio Vaticano e da quello di Avignone dei Papi, abbiamo scoperto che molti altri documenti erano arrivati nell’abbazia di San Pietro, ma non sono stati conservati.
La seconda parte
La seconda parte dell’opera, derivante da una ricerca molto più lunga condotta all’archivio di Stato di Perugia, alla Deputazione di storia patria e alla biblioteca Augusta dove si conservano molti nostri manoscritti, documenti e libri antichi portati dal grande bibliotecario Vermiglioli, ho potuto inventariare 1.553 libri o articoli che parlano della nostra istituzione. Tutto questo perché chi frequenterà il nostro archivio avrà a disposizione un materiale prezioso per i giovani e le loro tesi di laurea e i docenti”. L’opera, di 580 pagine, è stata pubblicata in coedizione dal Centro storico benedettino italiano in Cesena (Italia Benedettina, 35) e dalla Deputazione di Storia Patria per l’Umbria in Perugia (Biblioteca della Deputazione di storia patria per l’Umbria, 9).