Terremoto per la Provincia di Perugia e l’imprenditoria umbra. L’inchiesta aperta dalla magistratura perugina sulla rete di appalti ‘pilotati’ ha portato all’arresto di 35 persone, di cui 8 in carcere (quattro dirigenti dell’ente e altrettanti imprenditori) mentre gli altri (tecnici, titolari di ditte edili e funzionari pubblici) sono agli arresti domiciliari. ‘In Umbria tutto ci si sarebbe potuto aspettare, meno che il libero mercato imprenditoriale fosse così umiliato e la funzione pubblica fosse così asservita agli interessi di pochi’, ha osservato nell’ordinanza il gip Claudia Matteini. Le accuse più pesanti sono contestate a quattro dirigenti della Provincia di Perugia e a quattro costruttori. In particolare l’associazione per delinquere per ‘commettere una serie indeterminata di reati di corruzione, abuso di ufficio, turbata libertà degli incanti e falso ideologico’.In particolare uno dei costruttori arrestati, Massimo Lupini, direttore tecnico della Seas, gestiva – secondo l’accusa – con tre dirigenti della Provincia, anche loro arrestati, l’assegnazione dei lavori pubblici gestiti dall’ente locale, ‘indicando volta in volta le imprese da invitare e quella alla quale aggiudicare la gara, contrattando preventivamente gli imprenditori prescelti (che ricevevano precise indicazioni sulle offerte da formulare e sulle percentuali di ribasso da indicare) e quelli che non avrebbero dovuto presentare offerte’. E poi sarebbe stato raccolto il compenso da distribuire ai dirigenti pubblici, ‘elargito’ dal vincitore della gara. La titolare dell’inchiesta, il pubblico ministero Manuela Comodi, ha parlato di ‘scenario a dire poco sconcertante’ e di ‘un sistema collaudato e consolidato da tempo immemorabile’. Insomma, i protagonisti della vicenda erano convinti della propria impunità. La Provincia di Perugia appare ferita da quanto avvenuto, ma si sente anche parte lesa. Il presidente dell’ente, Giulio Cozzari, ha ricordato, tra l’altro, in un Consiglio straordinario convocato per l’occasione, che ‘siamo di fronte ad una bufera che ci colpisce in pieno. Ho coltivato la tentazione di dichiarare forfait. Mi hanno però fatto osservare che in questo modo sarebbe stata la distruzione totale dell’ente e questo mi ha indotto a cercare collaborazione, soprattutto l’aiuto della Giunta. Non mi sento solo. Si è pensato che nel nostro Paese l’immoralità fosse solo del piano politico. I problemi dimostrano altro’. ‘Con grande sofferenza – ha continuato – credo di avere il dovere di ringraziare il sostituto procuratore, Manuela Comodi, che ha aperto uno squarcio per me inimmaginabile e di cui non sapevamo’. L’assessore alla Viabilità, Riccardo Fioriti, raggiunto da un avviso di garanzia, ha restituito le deleghe, assunte dal presidente Cozzari, ma rimane al suo posto. Sono stati sospesi i dipendenti arrestati ed è partita un’importante opera di ridefinizione degli incarichi, oltre alla costituzione di una commissione interna per verificare quanto avvenuto. Il Pdl ha chiesto invece le dimissioni della Giunta provinciale, ritenendo inoltre che il ‘sistema di spartizione degli appalti’ emerso in Provincia non sia un fatto isolato ma che riguardi invece anche altri enti locali come la Regione ed il Comune di Perugia. Per Maurizio Ronconi (Udc) c’è bisogno di una ‘Giunta di salute pubblica’ con la partecipazione di tutti.
Provincia pericolante
Ente provinciale travolto dalla bufera appalti. Il presidente Cozzari resta al suo posto e chiede che si faccia chiarezza
AUTORE:
Emilio Querini