Province: si va al voto… e poi?

POLITICA. Non è per niente chiaro che cosa succederà dopo l’elezione dei Presidenti con il nuovo sistema. Si creano più guai di quelli che si risolvono
I palazzi della Provincia di Terni e di Perugia
I palazzi della Provincia di Terni e di Perugia

Ma dal 13 ottobre cosa cambierà nella vita delle Province? Neanche i candidati a presidente dovrebbero avere informazioni di prima mano. Gli enti italiani con più storia – tra cui quelli delle Province di Perugia e Terni – vanno verso la dissoluzione con una formula particolare, ma che ne sarà di circa 1.500 dipendenti? Gli interrogativi restano, al momento, senza risposte chiare. Anche perché questi enti dovranno occuparsi ancora di questioni importanti come la pianificazione territoriale, il trasporto locale, la gestione delle strade e l’edilizia scolastica. Ma con quali risorse?

Si spera di capire qualcosa quando la Regione (non va dimenticato che è a fine mandato) avrà varato la normativa in materia di riordino, in particolare sulle modalità di trasferimento del personale. Ma dove? Verso i Comuni, con bilanci sempre più poveri e con molte difficoltà per assumere nuovo personale? Quando si riforma – in Italia, e anche in Umbria – gli atti formali contrastano con la realtà delle cose.

Basti ricordare la riforma delle Comunità montane umbre. Sono scomparse per dare vita all’Agenzia forestale, nata nel novembre 2011. Ma ancora gli effetti della chiusura delle Comunità montane sono in circolo. Questa riforma delle Province, un po’ sottovalutata, potrebbe creare grandissime difficoltà per la nostra Regione. La gestione di enti con tanto personale, con deleghe importanti – almeno per il momento – come può essere affidata a sindaci-presidenti che dovrebbero ritagliare un po’ di tempo libero ai loro impegni istituzionali ‘locali’ per mandare avanti un altro organismo che dovrà essere monitorato costantemente per individuare le soluzioni a continui mutamenti?

È sufficiente un esempio. Il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, candidato alla presidenza della Provincia di Terni e probabile vincitore della contesa con il sindaco di Porano, Giorgio Cocco, potrebbe legittimamente essere distratto per un solo momento dalla situazione incandescente che riguarda il futuro delle Acciaierie per gestire il futuro della Provincia di Terni? Oppure i sindaci di Foligno, Nando Mismetti, e di Norcia, Nicola Alemanno, delegheranno i loro compiti istituzionali, dove sono stati eletti, per interessarsi della Provincia di Perugia? È difficile ipotizzare una presenza continua su due fronti così impegnativi.

Nell’imminenza del voto, resta un grande punto interrogativo: ha senso dare vita a una riforma che provocherà una serie infinita di complicazioni?

 

Quali sono i candidati e le liste

Per la prima volta in Italia non votano i cittadini ma sindaci e consiglieri comunali

È un’elezione di secondo livello: non saranno i cittadini a votare domenica 12 ottobre, dalle 8 alle 20, per eleggere i presidenti delle Province di Perugia e Terni, ma solo i sindaci e i consiglieri comunali. In attesa della riforma costituzionale che dovrebbe cancellarle definitivamente, le Province eleggeranno i loro vertici.

Saranno chiamati al voto, per la Provincia di Perugia – nella sala dell’istituto tecnico “Capitini”, nel capoluogo umbro – 808 elettori per insediare un nuovo presidente e 12 consiglieri. A Terni, il voto avverrà nella sede dell’ente, a palazzo Bazzani, con 403 aventi diritto al voto per eleggere un presidente e 10 consiglieri. I nuovi presidenti – solo sindaci – rimarranno in carica 4 anni mentre i nuovi consigli provinciali (candidati solo sindaci e consiglieri comunali) saranno attivi per soli 2 anni.

Per la Provincia di Perugia sono candidati alla presidenza Nando Mismetti, sindaco di Foligno, per il centrosinistra, con la lista “Provincia democratica riformista”, composta dagli aspiranti consiglieri Alessandro Alunno, Teodoro Armillei, Domenico Barone, Roberto Bertini, Erika Borghesi, Maria Pia Bruscolotti, Massimiliano Capitani, Gino Emili, Roberto Ferricelli, Paolo Fratini, Massimiliano Presciutti, Filippo Maria Stirati. Per il centrodestra, per la Provincia di Perugia, si candida Nicola Alemanno, sindaco di Norcia. La lista “Provincia civica” comprende Edoardo Alunni, Maria Zappelli Cardarelli, Francesco Gagliardi, Angela Marini, Riccardo Meloni, Fabio Nicolucci, Enea Paladino, Giampiero Panfili, Massimo Perari, Floriano Pizzichini, Lio Mancinelli.

A Terni c’è una particolarità: ci sono due candidati e tre liste. Per il centrosinistra si candida Leopoldo Di Girolamo, sindaco di Terni. La lista collegata “Democratici, progressisti e riformisti” comprende Elisabetta Corbucci, Francesco de Rebotti, Giuseppe Germani, Dalila Graziani, Leonardo Grimani, Giampiero Lattanzi, Riccardo Maraga, Federico Novelli, Sandro Piermatti, Marco Rosati. Per il centrodestra si candida alla presidenza Giorgio Cocco, sindaco di Porano, con la lista “Provincia civica” composta da Manuela Beltrame, Sergio Bruschini, Marco Conticelli, Franca de Bartolo, Roberto Giuriola, Marco Nebbia, Francesco Abbate. Presente, come detto, una terza lista “Progetto civico”, che non ha un candidato presidente, con Cristiano Ceccotti, Enrico Daniele, Andrea Garbini, Gianluca Luciani, Emanuele Pasero. Non si definisce né di centrodestra né di centrosinistra.

AUTORE: Emilio Querini