Affacciandomi per la prima volta a questa “finestra” del nostro settimanale, desidero rivolgere un cordiale saluto a tutti i lettori ed esprimere gratitudine al suo Direttore e ai collaboratori.
La Chiesa di Orvieto-Todi si appresta a vivere un evento di grazia che ci porterà a celebrare, dal prossimo gennaio 2013, due anni di Giubileo in occasione del 750° anniversario del miracolo eucaristico di Bolsena (1263) e della decisione di papa Urbano IV di estendere, attraverso la bolla Transiturus la festa liturgica del Corpus Domini a tutta la Chiesa, chiedendo a san Tommaso d’Aquino di scriverne i testi liturgici (1264).
Come Vescovo, giunto da pochi mesi a guidare questa Chiesa, rendo grazie al Signore di questo provvidenziale dono, e sono felice di dare il benvenuto e accogliere calorosamente quanti verranno per vivere insieme a noi questo avvenimento ecclesiale nella preghiera e nella comunione. L’attuale scenario che costituisce lo sfondo del Giubileo eucaristico diocesano che andiamo a celebrare è ricco di luci e di ombre. Da un lato, consapevoli della “roccia” della fede, dalla quale il nostro popolo, donne, uomini, giovani e bambini è stato tagliato (cfr. Is 51,1), siamo grati a Dio per il contributo di santità e di bellezza artistica donata alla Chiesa e all’umanità dalle passate generazioni dei figli di questa cara terra.
Nello stesso tempo stiamo compiendo un cammino di guarigione, di purificazione e di riconciliazione.
Il Giubileo eucaristico può essere vissuto come un kairòs, nel senso biblico di un tempo opportuno e straordinario; davvero una occasione provvidenziale per una ripresa e un rinnovamento ecclesiale. Consapevole delle sue debolezze ma forte della fedeltà a Dio, la Chiesa di Orvieto-Todi è fiera di presentare la storia di santità di numerosi suoi figli e la volontà di testimoniare oggi, con ancora maggiore forza ed entusiasmo il suo amore per l’eucaristia, presenza e dono di Cristo al mondo.
Recuperiamo l’invito che Papa Paolo VI in occasione del VII centenario della bolla Transiturus ci ha rivolto dal duomo l’11 agosto 1964: “Orvieto, città eucaristica posta sul colle, irraggi novella luce e attragga sempre più irresistibilmente uomini a Cristo. Non creda l’uomo di oggi che il tesoro di fede e di bellezza, che gli viene dalla storia e dalla civiltà cristiana, abbia ormai un semplice valore archeologico e folcloristico, e non pensi di poterlo degnamente conservare e conservare come un cimelio prezioso, sì, ma spento di verità e di realtà interiore: diventerebbe cenere nelle sue mani”.
Il beato Giovanni Paolo II, il 17 giugno 1991, si rivolgeva alla nostra Chiesa con queste parole: “Vi esorto vivamente a profittare di tale giubilare ricorrenza per favorire l’auspicata crescita della vita cristiana di tutta la diocesi e per operare un effettivo rinnovamento. Siate sempre memori del peculiare dovere della vostra comunità ecclesiale di testimoniare il culto alla Ss.ma eucarestia e di mostrare gli effetti nella comunione di sentimenti e di vita”.
Figli di questa Chiesa, non abbiamo mai finito di attingere all’esempio e all’eredità di fede dei nostri Padri e intendiamo cogliere l’opportunità che il cammino giubilare ci offre. Si avvicinano i giorni della rinnovata offerta di salvezza che Dio rivolge a noi nel mistero del Natale di suo Figlio.
Si innalza forte la nostra invocazione: “Vieni, Signore Gesù, perché tu ci sei davvero necessario”. Manteniamo sempre accesa ed entusiasta la nostra fede eucaristica, rinnoviamoci alla luce dell’eucaristia. Lasciamoci guidare e accompagnare da questo evento di grazia e trasformiamo la nostra vita in dono generoso.