In Umbria è polemica sulla creazione del Garante dei diritti dei detenuti. Altre regioni, come il Lazio e la Campania, già hanno il garante o la legge che lo istituisce, come anche molti comuni, quali Bologna, Firenze, Torino, Roma. Proposte di legge che lo invocano fioriscono un po’ ovunque. Dove c’è, si tratta di una figura di fatto ancora ‘in sperimentazione’. Martedì il Consiglio regionale ha approvato due degli undici articoli del disegno di legge. L’assessore alle Politiche sociali, Damiano Stufara (Rifondazione Comunista), prevede che la maggioranza di palazzo Donini riuscirà ad approvare la legge già martedì 3 ottobre prossimo quando, dalle 10 del mattino, la votazione procederà ad oltranza. Ma cosa fa un garante ‘delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà’? Nella proposta di legge, spiega Stufara, si prevede che possa assumere iniziative per tutelare il diritto alla salute dei detenuti, per migliorare la loro qualità della vita, istruzione, formazione professionale, reintegrazione sociale e inserimento nel mondo del lavoro; proporre agli organi regionali interventi amministrativi e legislativi per garantire il pieno rispetto dei diritti dei carcerati. Eletto dal Consiglio regionale a maggioranza qualificata dei due terzi, resta in carica per cinque anni e non può essere rieletto. Percepirà un onorario vicino allo stipendio base di un dirigente regionale (circa 2.800 euro mensili lordi) ma, se si tratterà di un già lavoratore dipendente subordinato, tale somma verrà decurtata del 40 per cento. Chi si oppone all’istituzione del garante in Umbria è il centro-destra, in particolare Forza Italia e Alleanza nazionale. ‘Si tratterà – ha detto Ada Urbani di Fi – solo della creazione dell’ennesimo ‘centro di costo’ inutile’. Il capogruppo regionale di Alleanza nazionale, Franco Zaffini, ha dichiarato: ‘Non è difficile prevedere l’approvazione del ‘garante dei detenuti’, ma non accetteremo in silenzio l’imposizione di un ulteriore spreco di risorse per un ufficio inutile e costoso, doppiamente inutile adesso che le carceri sono state svuotate’. Enrico Sebastiani, consigliere regionale Udc, nota: ‘Io avrei preferito quattro garanti, uno per ogni carcere dell’Umbria, scelti fra persone già ‘significative’ nei nostri istituti di pena. In uno dei nostri emendamenti – afferma – abbiamo comunque voluto che il garante venga nominato soprattutto sulla base di importanti precedenti esperienze maturate proprio a contatto con i carcerati. Questo perché il garante deve essere una figura di vera tutela per i diritti dei carcerati, mentre il ‘garante unico’ rischia di non calarsi nella realtà carceraria umbra ed essere una figura puramente demagogica’.
Pro o contro il garante dei detenuti
REGIONE. È polemica tra centro-sinistra e centro-destra sulla necessità o meno di istituire anche in Umbria questa nuova figura giuridica
AUTORE:
Paolo Giovannelli