Primi bilanci di un campionato non esaltante

Perugia e Ternana: "la palla è rotonda"... ma...

Proprio strano il calcio: il Perugia che vince l’Intertoto e si fa ammirare in Coppa Uefa, ma poi mestamente si avvia alla retrocessione in serie B; la Ternana che quasi rischia di “uccidere” il campionato cadetto fin verso la sua metà e poi si ritrova nella bufera con la promozione nella massima divisione che adesso rasenta l’utopia. Se non conoscessimo questo sport, in cui purtroppo tutto può capitare (“la palla è rotonda”) potremmo dire che c’è quasi un disegno contro l’Umbria. E c’è pure il caso che chi si è arrabbiato possa avere anche ragione. Luciano Gaucci, Cosmi e la sua banda e i tifosi biancorossi ad un certo punto giustamente si sono sentiti presi in giro da un sistema-calcio troppo condizionato da quello che era successo nella scorsa estate con il caso-Catania (ma Perugia cosa c’entra pur avendo una squadra di calcio con il medesimo proprietario di quella etnea?) e da una classe arbitrale che non si saprà mai se è al servizio dei potenti del pallone, ma di sicuro ha perso la faccia negando domenica dopo domenica davanti a tutta Italia perfino l’evidenza. L’altra faccia della medaglia: la società di Pian di Massiano nei primi tre anni di gestione Cosmi aveva sempre rischiato di sbagliare, ma alla fine le era sempre andata bene, “scagliando” anche discreti figurini attraverso la politica dei giovani, degli illustri sconosciuti, delle motivazioni che solo un tecnico emergente può avere. Il gallo, però, ha cantato stavolta alla… quarta. Perché se si mette da parte il dossier dei torti arbitrali, costati ben 23 punti (compresi i due persi domenica a Brescia per una punizione inesistente che ha comportato il pareggio lombardo), non si può sottacere un aspetto tecnico-tattico che ha la sua discreta parte di responsabilità sull’ormai prossima (a meno di miracoli) retrocessione. Perseverare in quella politica è stato negativo e decisivo. Stavolta è andata male, si sono fatte scelte poco oculate all’inizio e, peggio ancora, si è arrivati a completare un mercato di riparazione non solo in ritardo, ma puntando più sulla quantità che sulla qualità. E rovesciare come un calzino la squadra sia in termini numerici che di gioco ha lasciato immutato lo stato delle cose. Perché nell’annata delle contraddizioni, il Perugia ha giocato bene e avuto contemporaneamente clamorose amnesie tanto nel girone d’andata quanto in quello di ritorno: troppo squilibrato il rapporto tra la fatica per l’ottenimento del risultato e la facilità con cui si è subito. Le colpe? Come sempre di tutti, ovviamente senza escludere gli arbitri. E adesso, a parte una casistica di combinazioni più da fantascienza che altro (sette punti da recuperare su nove disponibili con due partite contro Juventus e Roma, all’Olimpico, sperando negli improbabili guai di Empoli, Modena e Reggina), la serie B è ad un passo. E la sensazione purtroppo è che le firme dei tifosi contro la psudo-congiura firmata Carraro e la situazione debitoria di molti club (tra cui anche il Perugia) a poco potranno servire. Capitolo Ternana: il cammino stagionale è sotto gli occhi di tutti. Partenza a razzo, frenata, testa-coda con conseguente sostituzione del motore, ripartenza… a folle. Anche in questo caso si dice che alla base della delusione ci siano stati complotti sia tecnici (torti arbitrali) che politici (per una non chiara vicenda legata alla possibile realizzazione della “Città dello sport”). Resta il fatto che società e squadra hanno le loro responsabilità. Agarini ha dovuto tappare le falle cedendo importanti pacchetti azionari ad altri soggetti, palesando una crisi economica ben più che latente; la squadra invece è “scoppiata” e, nonostante l’avvicendamento in panchina di Beretta con Bolchi, resta in crisi d’identità. È vero che la serie A dista “solo” sei punti, ma la concorrenza non perde colpi e soprattutto tra “non-gioco” e forze fisiche al lumicino non sembrano esserci possibilità di riaggancio. Risultato finale? Che paradossalmente tanto a Perugia, quanto a Terni si guarda con un po’ di invidia al duello Gualdo-Gubbio che in serie C/2 stanno lottando per salire di categoria. E poco consola al momento l’ipotesi più che probabile di un ritorno al sentitissimo derby, nella prossima stagione, tra biancorossi e rossoverdi. Per fortuna che toccato il fondo… non potranno che venire tempi migliori. Per quest’anno, in fondo, basta mettersi l’anima in pace.

AUTORE: Francesco Bircolotti